1° maggio 2018 Festa del lavoro

1-maggio-2018

1° maggio 2018     Festa del lavoro

“Lavoro”, cosa suscita in me questa parola? Senz’altro fatica, impegno quotidiano: “della fatica delle tue mani ti nutrirai” (Salmo 128), poi esperienza, professionalità, entusiasmo, creatività, scelta…per chi, oggi, riesce ad averne uno con salario equo e dignitoso. Mi viene in mente anche ”ora et labora” di san Benedetto, dove il lavoro manuale assieme al nutrimento spirituale portano ad una vita sobria, semplice e comunitaria, vera rivoluzione per la società consumistica odierna.

“Lavoro” è una parola che connetto ancora al mondo maschile, retaggio di una cultura dominante e di ciò che ho vissuto in famiglia. Se guardo nel dizionario, leggo: “impiego di energia per il conseguimento di un determinato fine”. È solo una questione di energia? Cosa significa eseguire un lavoro “a regola d’arte”? Essere efficaci e non solo efficienti?

È significativo nel testo a cura di Ester Rizzo, “Le Mille, i primati delle donne” il ruolo femminile nel lavoro e la società: sembra una conquista ed una affermazione continua, progressiva, più diffusa e generalizzata solo dal secolo scorso con tuttavia traguardi ancora da espandere e consolidare.

Come sappiamo, il lavoro rimane un diritto sancito dalla Costituzione, che la società dovrebbe sempre ed in ogni modo garantire e tutelare per tutte e tutti i suoi cittadini. Inoltre pensando al progresso tecnologico dei vari settori lavorativi, nell’Enciclica “Laudato sì’” di Papa Francesco, al capitolo 128, è affermato: “Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società”.

Si tratta sempre di una relazione della persona, con se stessa e con altre persone in una finalità e un senso che possono essere intesi in modo profondo come continuazione partecipata e responsabile alla grande Opera della Creazione, del Creato.

        S. Z.