Ascensione
Mentre recitavo il Rosario all’aperto durante il mese di maggio, ho guardato il cielo ancora luminoso, senza nuvole. I bambini stavano recitando l’Ave Maria.
Ho pensato: ‘Appena finito il Fioretto, faccio loro una domanda: Siete capaci di toccare il cielo?’
Istintivamente hanno alzato il braccio e hanno puntato il dito in alto.
Mi aspettavo un po’ di imbarazzo, di incertezza, di meraviglia da parte dei bambini a una tale domanda. Evidentemente per loro era una cosa naturale, semplic
Il cielo è a portata di mano.
Da dove comincia il cielo? Possiamo chiederci noi: a un chilometro dal suolo, a dieci chilometri, a mille, a un centimetro?
Dal momento che non c’è soluzione di continuità in verticale, possiamo dire che dal suolo al firmamento è tutto cielo, non c’è alcun ostacolo. E’ cielo sopra la punta del dito del bambino, è cielo dove c’è la costellazione e la galassia…
Gesù è salito al cielo non certo nel senso di questa descrizione: se fosse, starebbe ancora salendo perché il cielo misura anni-luce, non si sa dove finisce.
Gesù ha cambiato dimensione, perché dove è andato Lui gli occhi non vedono più; è entrato nella nube, nella dimensione di Dio anche con il suo corpo. La presenza visibile non c’è più, essa dà sicurezza, conforto, dà soddisfazione agli occhi, ma non è più necessaria. Ecco allora il distacco, Gesù sale e una nube lo toglie allo sguardo.
Al suo posto c’è qualcosa che ci mette nella dimensione di Dio: è la fede. Quella nuvola che nasconde Gesù, domanda fede nella certezza che Lui è sempre presente ma invisibile. Domanda speranza operosa nell’attesa della sua venuta alla fine dei tempi.
D.G.B.