ASSOCIAZIONE MADONNA DELLE GRAZIE ALLUVIONE A PIOVE DI SACCO ANNO 1966

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Mostra fotografica Alluvione novembre 1966

Nel 1966 l’alluvione colpì una vasta zona del Piovese/Saccisica ben compreso il nostro Santuario della Madonna delle Grazie. I danni subito furono tanti e l’umidità di cinquant’anni fa forse non se n’è ancora andata del tutto. Difficile dimenticare certi avvenimenti e in occasione dei cinquant’anni dall’evento, l’Associazione Madonna delle Grazie ha pensato di allestire una mostra fotografica, in chiostro, per ricordare a chi l’ha vissuta e per far vedere ai più giovani una parte di storia recente che è giusto non archiviare. Le foto di cinquant’anni fa erano piccoline ma con l’aiuto di esperti siamo riusciti a riportarla a misura grande e quindi anche se non perfette, rendono bene l’idea di cosa è successo. Guardando le foto quante le espressioni di chi c’era! Quanti ricordi riaffiorano! Quanti nonni ricordano ai nipotini i momenti drammatici e le soluzioni improvvisate! L’associazione ha pensato di coinvolgere anche i ragazzi dell’Istituto De Nicola di Piove (Liceo Turistico) che si sono offerti di fare le visite guidate alla mostra al sabato pomeriggio e alla domenica per tutto il mese di novembre.

50 anni fa

1966: avevo 19 anni, appena finite le scuole e trovato un lavoretto a Padova ma la prima settimana di novembre  dovetti assentarmi dal lavoro per “strada allagata” che ben presto anche “casa allagata”. Abitavo in fondo a via Botta e per la zona era un’abitudine “andare sotto acqua”. Ma il novembre 1966 fu un momento veramente particolare. Un’auto con l’altoparlante  annunciava l’arrivo dell’acqua e noi, in casa a controllare ora per ora quanto cresceva. E cresceva e cresceva lentamente  prima in giardino e poi fino al terzo gradino della scala interna e finalmente si fermò. Di tanto in tanto passavano delle barche per chiedere se avevamo bisogno di aiuto e noi lì alla finestra a guardare questa distesa d’acqua bloccati al secondo piano della casa.  Le candele  illuminavano le lunghe serate che diventavano dei veri “filò” anche senza la stalla. I cani e gatti e gli altri animali di casa sono stati portati nel  fienile e anche loro guardavano giù  e se ne guardavano ben dallo scendere. Si seppe di Conche, dove la Brenta ha rotto l’argine di brutto, devastando il cimitero e le bare galleggiavano verso il mare. A proposito di Conche, ricordo che un pomeriggio di domenica, con il gruppo di amici del patronato si parlava della situazione della Brenta e i maschi decisero di andare a vedere la situazione sull’argine. Quando sono arrivati in zona, gli abitanti gli dicevano “nde casa tosi che l’è brutta”, “nde casa tosi che l’è brutta” ma loro, incoscienti, ci ridevano su senza sapere il vero rischio che correvano, infatti, qualche ora dopo è successo il disastro. Dopo qualche giorno dal livello massimo, l’acqua a cominciato a defluire lasciando in casa neri segni sui muri  di acqua sporca e gasolio che era fuoriuscito dalle cisterne. E più l’acqua scendeva e più disperata era la situazione in casa. L’acqua se ne andava e l’umidità nelle pareti saliva.  L’acqua se ne andava  e una poltiglia tra fango e sporco di ogni genere, vermi, rimaneva in  casa. Pulizia e disinfestazione sono state fatte, ma l’umidità dei muri ormai toccava il soffitto e solo una radicale ristrutturazione ha potuto farla andare via. Cinquant’anni fa! Ma è come fosse stato ieri! Certe cose non si dimenticano!

z.c.

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