Domenica 17 Ottobre 2021

OMELIA DELLA XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Is 53,10-15. Eb 4,14-16. VANGELO Mc 10,35-45

 

La Parola di questa domenica, XXIX del tempo ordinario, ci pone di fronte alla richiesta perentoria degli apostoli Giacomo e Giovanni: Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra – che possiamo considerare realisticamente come una delle sconfitte più profonde subite non tanto dagli stessi apostoli, quanto da Gesù.

 

Se Gesù non fosse Gesù, inteso come figlio di Dio, potremmo ritenere quella richiesta degli apostoli come il segno del suo fallimento pastorale !!!…

Quante volte Gesù li aveva radunati, formati, educati alla comprensione del nuovo volto di Dio che in Lui si rendeva visibile…

Quante volte Gesù si era intrattenuto con loro, aveva parlato a loro in pubblico e in privato, a Cafarnao e a Gerusalemme, nella grotta del Getzemani….eppure nonostante questo gli apostoli rimasero semplici uomini, sottoposti al fascino del potere.

 

«Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»…

 

In queste parole risuona il segno del fallimento del cammino formativo e pastorale che Gesù aveva percorso con loro…

 

( Alcuni esegeti vedono in questo avvenimento e nella indisponibilità della gente di accogliere e di comprendere il regno di Dio annunciato e resosi presente in Gesù, il motivo del cambiamento di rotta di tutto il suo ministero: da questo momento che Gesù comprenderà se stesso come messia offerto, dato, immolato per la moltitudine…è dalla constatazione del fallimento della prima forma di ministero che Gesù si sentirà costretto a cambiare registro…e interpreterà il suo ministero in chiave di sostituzione vicaria=offerta di sé al posto di altri…).

 

…il Vangelo di questa domenica ci sta rivelando il valore fecondo del fallimento, ci chiede di abitare il fallimento umano, perché lì il Signore ci raggiunge e da lì può ripartire una nuova condizione di vita, una vita nuova…

“Quando sono debole è allora che sono forte” (2 Cor 12)

 

Ci sono due conseguenze: una a partire dalla prospettiva degli apostoli un altra a partire da Gesù:

 

a partire dagli apostoli: l’errore in cui sono caduti può essere il nostro stesso errore…possiamo fraintendere il senso della vita…. Possiamo fraintendere Gesù, possiamo fraintendere la sua Parola, possiamo correre il rischio di strumentalizzare la fede rendendola spazio di affermazione di noi stessi… spazio di ambizione…

 

a partire da Gesù: di fronte alla constatazione della incapacità della gente e dei suoi discepoli a comprendere la novità del volto di Dio, Gesù ha dovuto cambiare registro: ha dovuto scegliere un’altra strada: da Maestro a Servo… dal comunicazione verbale della verità alla testimonianza della vita… alla via della totale solidarietà, alla strada del passaggio attraverso la sofferenza come luogo della manifestazione della misericordia

“Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti”.

 

“Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.” (Is 53)

 

L’incomprensione e l’incapacità di accogliere la novità del regno di Dio, costringono di fatto, Gesù a percorre una nuova via di annuncio, la via della…più corrispondente al disegno del Padre…

 

Gesù è progressivamente entrato nella comprensione della volontà del Padre…progressivamente…dopo il suo intimo tormento vedrà la luce…e in questo modo il Padre ci dona il modello esemplare del discernimento e del cammino di fede.. Qui Gesù si fa veramente nostro fratello, solidale con noi…nell’impegno e nella fatica di leggere e di ricercare la volontà di Dio, il disegno del Padre.

 

“Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato”. (Eb 4)

 

Abitare il fallimento…accettare di stare dentro al tempo della fatica, della prova… come ad un tempo di travaglio di gestazione…

 

In quel momento gli apostoli Giacomo e Giovanni non avevano queste disposizioni interiori…ma ne avevano altre…l’affermazione di se stessi…della propria volontà. Una visone molto lontana dall’annuncio di Gesù.

 

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni.

L’affermazione di sé diventa causa di rottura all’interno della prima comunità…tanto che Gesù si trova costretto a dover intervenire per correggere:

 

Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti.

 

L’esercizio dell’autorità-responsabilità nella chiesa dovrà essere esercizio di servizio, non di potere… il più grande dovrà essere il servo di tutti…è cioè il più disponibile di tutti, il pavimento di tutti, dove tutti passano a volte senza accorgersi che esso esista…Perciò il sevizio umile, continuo, modesto è la forma più alta di amore…

 

Il Servizio al regno di Dio, alla sua Chiesa a volte può chiederci di porre in secondo piano noi stessi, le nostre necessità, i nostri tempi,le nostre legittime aspirazioni…ma proprio qui sta l’amore…!

 

Potessimo dire al Signore, oggi, ora: conta su di me ! Conta sul mio tempo! Conta sulla mia disponibilità e sulla mia umiltà….

…il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti…

 

Dentro al servire di Gesù ci sta tutta la sua passione…ci sta la piena consegna di se stesso nelle mani degli uomini…ci sta il suo salire sulla croce… ci sta il suo entrare nella gloria…

A volte vorremmo essere noi a determinare le circostanze della nostra vita…spesso non dipende da noi.. dobbiamo accettarle a volte subirle…

Beati noi se avremmo saputo accettare le condizioni in cui si compie nostra vita trasformando le situazioni che incontriamo con la potenza dell’amore.

Chiediamo tutto questo al Signore. Amen