DOMENICA 5 DICEMBRE OMELIA II° DI AVVENTO C

Di settimana in settimana ci stiamo avvicinando al natale, e il vangelo di questa seconda domenica di avvento, ci fa capire che la fede non è e non può essere una semplice esperienza interiore, spirituale, disincarnata dalla vita…essa entra nella storia e la trasforma…per questo possiamo parlare di una sorta di geografia della fede…da quando Dio ha scelto di entrare nel tempo, il tempo e la storia portano in se stessi i segni di Dio…

Il vangelo di questa II domenica di avvento è un esempio evidente: Luca può darci le coordinate spazio-temporali dell’inizio dell’avvenimento cristiano….Tiberio Cesare, Ponzio Pilato, Erode, i sommi sacerdoti Anna e Caifa…etc…sono persone appartenute alla storia, diventati loro malgrado con-protagonisti e testimoni del manifestarsi di Dio nel tempo…

Fin dal suo inizio dunque, la fede cristiana si da…avviene…si compie dentro la storia degli uomini…incontra la loro vita e anche le loro ambiguità… dire che Dio si è fatto carne significa affermare che è entrato nella storia e nella vita degli uomini…questo è il mistero del Natale: Dio che entra nella mia storia, nella mia vita, nelle mie ambiguità, nelle mie ferite per risanarmi, per ri-portarmi vita, la sua vita…

Tutto questo preambolo storico-geografico perché….? In vista di che cosa…? per creare la cornice, lo sfondo ad un avvenimento:

….la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto…

La parola di Dio non è lettera morta, inefficace, impotente…ma è realtà vivente e operante…

Quella stessa parola che risuona oggi nelle nostre liturgie…è realtà vivente….non è come se…ma produce, causa ciò che dice…quella stessa parola che è in se stessa avvenimento sonoro, comunicazione di contenuti…narrazione di avvenimenti…non solo ci informa su Dio, ma ci dona la relazione con Dio…

Nella celebrazione liturgica avviene una trasformazione del testo…da Scrittura diventa Parola…forza vivente che parla ai cuori e interpella le coscienze…che ha in se stessa la forza per trasformare la vita.

Questo è accaduto a Giovanni Battista…egli è l’uomo in cui la Parola accade…è l’uomo in cui la Parola trova terreno fertile, trova disponibilità, trova compimento…su Giovanni Battista la Parola di Dio scese…

Dopo quel momento, Giovanni non sarà più quello di prima, egli sarà l’uomo abitato dalla Parola, la sua vita sarà lo spazio dove si manifesterà la volontà di Dio e lui non farà altro che obbedire a Dio.

Con questo siamo già dentro al dinamismo dell’incarnazione…questo è il preludio del farsi carne della Parola in Gesù Cristo, che si compirà con l’incarnazione del Verbo eterno in Maria di Nazaret.

…che la nostra vita sia come quella del Battista, terreno fertile e disponibile affinché la Parola vivente di Dio possa farsi carne, possa dirsi e darsi al mondo. Amen.