Domenica di quaresima anno C – V° 7 aprile 2019 Gv 8, 1-11

Testo che manca nei manoscritti più antichi, più vicino al linguaggio di Luca che a quello di Giovanni. Testo sconosciuto ai primi Padri della Chiesa.

Testo accolto tardi nel canone dei Vangeli: lo si trova una volta nel vangelo di Luca, e in un’altra in quello di Giovanni, dove lo abbiamo ora.

Testo che non è secondo la normativa ebraica: una sentenza di morte poteva essere pronunciata solo dal Sinedrio, e l’esecuzione spettava solo alle autorità romane.

Improbabile poi che tale discussione avvenisse nel recinto del Tempio.

E’ necessario cercare i veri significati del testo.

Forse dietro l’immagine dell’adulterio della donna si cela la profonda infedeltà a Dio di tutta l’umanità (P. Stefani).

  1. Agostino dice in una famosa omelia: qui si incontrano la “misera” e la “misericordia”, l’umanità peccatrice e il perdono sconfinato di Dio.

Una donna è trascinata davanti a Gesù e una folla che l’accusa di essere una peccatrice e vuole giudicarla secondo la legge.

Ma in realtà è Gesù che sta per essere giudicato.

Saprà rispondere senza cadere nel trabocchetto preparato?

 

I Farisei volevano cogliere Gesù in fallo tendendogli una trappola, per screditarlo davanti alla gente. Per far questo strumentalizzano una persona colta in flagrante adulterio.

I Farisei non avevano compassione per quella donna. Si impossessano della vita di questa donna per mettere in difficoltà Gesù. Solo l’incontro con Gesù le restituirà la dignità.

 

È una donna senza nome: rappresenta chiunque sia nel peccato, rappresenta ciascuno di noi, rappresenta la Chiesa.

 

Cosa fare di fronte al peccato?  Come ci si comporta?

Dobbiamo comportarci secondo la legge antica, che prevede la morte, o ci sono altre possibilità?

I Farisei, e quanti sono come loro, chiedono l’applicazione della legge, vivono di leggi e di norme di ogni tipo, che possono coprire tutti i possibili casi, ma possono farlo?  è giusto seguire questa linea? Possono essere loro i giudici?  E loro sono forse senza peccato? No, anche loro sono nelle stesse condizioni della donna adultera. È Gesù che rivela i loro peccati.

 

Allora siamo tutti condannati? Non bastano le nostre leggi e la nostra giustizia, perché non ci danno la salvezza. No, è solo Cristo che ci salva: e lo indica scrivendo sulla sabbia una nuova legge,

che sostituisce quella antica, e pronunciando nuove parole di salvezza:

va in pace e non peccare più. Senza chiedere un pentimento preventivo.

Gesù scrive la sua risposta per terra, in silenzio.

Una scrittura che potrà essere cancellata, dal vento o dall’acqua, ma sempre scritta dal dito di Dio, come la prima Legge.

C’era una legge scritta sulla pietra, a significare la durezza dei cuori, e c’è una legge scritta sulla sabbia e sul terriccio per cercare il frutto (s. Agostino).

 

Il peccato grave dell’adulterio è il tipo di tutti i peccati gravi,

che possiamo compiere nei confronti dell’uomo e nei confronti di Dio,

e può essere trasformato da condanna a morte a nuova vita attraverso l’amore di Cristo.

 

“Gesù non approva l’adulterio, ma distingue sempre il peccato dal peccatore. Esiste una innocenza del male che non preclude la colpevolezza, ma lo rende degno di compassione, innocente è il peccatore travolto dalla miseria della sua natura… non è indotto al male da cupidigia o volontà, ma da una debolezza cui non fu posto riparo in tempo” (Vannucci).

 

La risposta di Gesù non è semplicemente una applicazione della legge, o una nuova rilettura della stessa.

E’ una risposta nuova che mette tutti in crisi, che fa ripensare in termini di coscienza, che non riguarda solo la donna, ma tutti, specie gli accusatori, questi giustizieri che usano la legge per gli altri senza mai che si sentano chiamati in causa. Un po’ come il figlio maggiore della parabola del figlio prodigo della domenica scorsa, anche lui non si era mai messo in discussione.

 

Solo la donna adultera ritorna alla vita, l’infelice era già stata punita abbastanza, forse la sua coscienza stava risvegliandosi.

Sull’adulterio Gesù ha idee molto chiare: lui vede come l’adulterio possa essere più radicato nell’anima che nella carne. Ci sono forme di malvagità che provengono dall’animo e che sono molto peggiori dell’adulterio.

 

Chi volta le spalle all’amore e si allontana da Gesù, non arriva alla salvezza.

Chi se ne va riconosce il peccato, ma non è in grado di accogliere il perdono e la nuova vita.

E se la donna non avesse peccato avrebbe incontrato Gesù?

Nel peccato la possibilità della luce e del riscatto. Anche la caduta più umiliante può rivelarci quello che siamo e riattivare il desiderio e la sete dell’infinita vita divina.

E, per contrasto, gli impeccabili e i virtuosi, specie quelli che si ritengono tali, non incontrano Gesù.

Chi non si riconosce peccatore non incontra Gesù. L’incontro con Gesù è sempre un incontro in cui ci riconosciamo peccatori e bisognosi del suo perdono.

Un perdono che va oltre i nostri criteri di giustizia.

Il momento della verità è quando si rimane soli con Gesù.

Chi evita questo incontro non riavrà la vita e la dignità.

Solo il perdono porta a nuova vita, e avviene nell’incontro personale e solitario con Gesù.

 

La conversione più faticosa è quella degli accusatori, intenti a condannare gli altri anziché scrutare la propria vita.

“Prevaricatori della legge, esigevano l’osservanza della Legge ricorrendo alla calunnia, non sinceramente, come fa chi condanna l’adulterio con l’esempio della castità” (s. Agostino).

Accusatori dimentichi che l’autore e custode della Legge è Dio.

Certo la situazione di peccato della donna è evidente, non ci sono scusanti.

Ma il passato di una persona esaurisce tutta la sua realtà?

“Non definisce tutto quello che sei. Tu sei più del tuo passato” (L. Pozzoli).

 

Gesù rivela che Dio si abbassa su ogni miseria umana e che salva tutti i peccatori che si lasciano salvare.

Gesù ci dice che la salvezza non è una questione di meriti o di bravura personale, o di giustizia. Ma è semplicemente dono di Dio offerto attraverso Gesù.

Per questo diciamo che tutti i santi sono dei peccatori salvati,

per questo tutti i peccatori, tutti noi, facciamo parte della comunione dei santi!

 

  1. Cristiano