Domenica VII tempo ordinario – 24 febbraio 2019 – Luca 6, 27-38

Dopo le beatitudini e le maledizioni, l’amore per i nemici.

Già le beatitudini erano un grande superamento rispetto alle beatitudini della teologia ebraica,

ma predicare l’amore per i nemici si andava oltre la Legge antica, oltre la Torah:

Il maestro Hillel, guida di una grande scuola rabbinica, diceva:

«Non fare agli altri quello che a te è sgradito. Tutta la legge sta qui, il resto non è che un commento»

E Tertulliano:  “Amare gli amici lo fanno tutti, i nemici li amano soltanto i cristiani”  (Ad Scapulam 1,3)

Con l’amore per i nemici, oltre a riaffermare il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, si sottolinea la differenza cristiana, e si propone una vera e propria sintesi del Vangelo.

 

Ma è possibile amare i nemici? E perché?

Siamo all’altezza di questo comandamento?

E se non lo osserviamo possiamo dirci cristiani lo stesso?

 

Cosa vuol dire amare i nemici?

Significa andare oltre ogni forma di ingiustizia,

oltre le visioni moralistiche,

oltre le interpretazioni giuridiche e gli indurimenti istituzionali del cristianesimo.

Significa che se la Chiesa scomunica qualcuno, il cristiano continua ad abbracciare lo scomunicato,

se la Chiesa mette al rogo un peccatore, il vero cristiano sale sul rogo insieme al condannato.

Significa che dove c’è malattia il cristiano porta salute,

dove c’è tristezza il cristiano porta gioia,

dove ci sono persone soffocate dalle istituzioni, il cristiano porta libertà,

andando

  • oltre l’etica della reciprocità, dell’ama chi ti ama
  • oltre l’etica della legittima difesa, o della legge del taglione
  • oltre l’etica ben pensante, sempre pronta a giudicare, condannare.

 

Perché perdonare?

Non perché lo ha detto Gesù,

ma perché noi siamo portatori della stessa vita di Gesù, perché in noi vive il Cristo.

Perché il perdono rivela la natura di Dio, Dio della misericordia, che vuole che noi siamo simili a Lui.

Si tratta di una qualità divina, non umana.

Per i cristiani non si tratta di un invito, ma di una esigenza.

 

Ma chi sono oggi i nemici? E come facciamo a individuarli?

Certamente i neo-pagani, adoratori del nulla, coloro che propongono come dèi la ragione, o la scienza, o la tecnologia,

certamente le dittature di qualsiasi genere: politiche, economiche, di pensiero,

certamente coloro che vorrebbero distruggere l’anima dell’uomo e del mondo,

certamente i fanatici di ogni religione,

certamente coloro che riducono il cristianesimo a moralismo,

certamente coloro che uccidono la profezia e i profeti,

e tanti altri.

Ma il cristiano autentico, che sa che “L’anima che non ha conosciuto lo Spirito Santo non capisce come si possono amare i nemici e non lo accetta “, e che senza grazia non si possono amare i nemici, ha verso tutti i nemici espressioni di perdono e di misericordia. E per essi prega e loda il Signore.

Perché “quando amerai i tuoi nemici, saprai che una grande grazia divina vive in te”.

(Silvano del Monte Athos).