MEDIJUGORIE – FOLLA “MUTA”

Poteva essere un viaggio; se volete, anche un pellegrinaggio….

E’ stata richiesta la mia presenza come sacerdote per l’assistenza spirituale; non è stata una scelta, né una esigenza, né una urgenza…solo disponibilità di tempo con qualche timore per la salute che il lungo viaggio  avrebbe potuto indebolire. C’era sì un certo desiderio di trovare l’occasione per una esperienza viva di fede, per riscaldare di più il mio rapporto con Dio, per sentire una confidenza più calda in Maria. Mi sono lasciato trasportare nel viaggio di andata, più che dal pullman, dalle preghiere che si  rivolgevano a Dio e a Maria e dalla presentazione della Conduttrice con la sua testimonianza dei pellegrinaggi precedenti e con il video sulla storia di Medijugorie.

L’arrivo, la sistemazione in albergo, il pernottamento, la sveglia non hanno riservato niente di diverso da ciò che succede in un normale giro turistico.

Nei giorni successivi mi sono accodato alla guida come un bambino che ha paura di perdersi: sarebbe bastato il libro-guida del pellegrino e la busta con il programma e il fascicolo delle preghiere, oppure semplicemente seguire il flusso dei pellegrini, e si arrivava immancabilmente agli appuntamenti. Un po’ di attenzione richiedevano invece gli spostamenti in pullman per raggiungere i vari luoghi di incontro con chi dava testimonianza degli avvenimenti lì accaduti.

Abbiamo raggiunto a piedi il luogo impervio dove si trova la statua di Maria Ss.: una altura con vegetazione selvaggia, senza sentieri battuti con pendenza regolare: una sola via diretta ripida con rocce sporgenti spigolose, percorsa da una moltitudine in preghiera. Raggiunta la mèta, ciascuno lasciava sfogo al suo cuore in silenzio, sicuro che lì Maria è particolarmente in ascolto.

Una   folla muta, direi  in attesa:  impressionante!

Il giorno dopo: la via della croce, un’altra altura più impegnativa con le stesse caratteristiche. Ogni gruppo di lingua diversa con la sua guida, fermi a turno davanti alla raffigurazione delle quattordici stazioni della via dolorosa. Meditazione e preghiera ad ogni stazione, fino a giungere, chi anche a piedi nudi, alla grande Croce. C’era chi ha sentito il bisogno di un colloquio più intimo con il Signore e con Maria isolandosi sulla cima del monte.

Il 2 maggio, attraverso percorsi in terra battuta in mezzo alla pianura, abbiamo raggiunto un abitato. Un po’ alla volta da varie direzioni si è radunata una folla impenetrabile. Ci siamo fermati anche noi sgattaiolando finchè  era possibile, in attesa.

Si è udito un applauso e poi silenzio: un altro silenzio impressionante. Sembrava che ciascuno tendesse l’orecchio per percepire una voce, un messaggio, per vedere qualcosa.

Una  folla muta  accorsa per cercare, per chiedere: una sete di Dio, un desiderio di avere una risposta ai dolori, ai dubbi, ai problemi, per capire il senso della vita, per toccare Dio se fosse stato possibile, affidandosi alla comprensione e alla bontà di Maria.

E gli occhi si sono inumiditi…!