RISVEGLIARE IL RAPPORTO

 

Mi sono sognato di Dio: ci siamo guardati senza dir niente. Avrei potuto supplicarlo, umiliarmi, dichiarargli il mio amore, la mia gioia per la sua presenza…..ho sentito solo la mia condizione sprofondata e la sua esaltazione luminosa; non mi lamentavo di quello che ero e non cercavo di essere sollevato; ci guardavamo: dall’espressione del suo volto sembrava che volesse scuotermi dalla mia immobilità. Tentavo di decifrare il suo sguardo e di coglierne le aspettative. Quella distanza mi turbava, non c’era comunicativa, il suo sguardo mi lanciava un messaggio: aspettava un cenno di attenzione,  di abbandono fiducioso, un interesse, desiderava risvegliare un rapporto.

Allora mi sono confrontato con Gesù: ho capito tutto il calore del Figlio che si rivolge al Padre e lo supplica “Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà…!”: c’è filo diretto, c’è vera comunicazione tra il Figlio e il Padre, c’è sintonia, c’è unione-fusione, c’è abbraccio; il Figlio si ritrova nel Padre, cuore a cuore in un solo Spirito.

Anche il giusto fedele desiderava questa unione: “ A te si stringe l’anima mia, la forza della tua destra mi sostiene”.

E Maria! Quale  intesa con Gesù, quale immedesimazione, quale partecipazione!  Con lo stesso animo seguì Giuseppe e corse da Elisabetta.

Se  l’umanità cogliesse questa esigenza profonda che è insita nella sua natura: costruire rapporti reciproci, superare le differenze, accettarci come siamo, creare unità….