SEMPLICEMENTE RUBY…UN CAGNOLINO AFFETTUOSO

Non aveva linguaggio con sillabe e vocali, sapeva attirare l’attenzione  ripetendo solo un suono mozzato e uniforme. Non sapeva sorridere, né piangere; ti guardava, ti annusava per conoscerti, scodinzolava, fiutava il tuo arrivo, ti correva incontro e ti salutava cambiando la frequenza del suo verso. Trasmetteva gioia con la sua corsa, arrampicandosi sulle tue gambe chiedeva confidenza, e si accontentava di una carezza.

Non gli potevi parlare, neanche per dirgli ‘grazie’, ma c’era un’intesa tacita che faceva di lui l’amico dell’uomo.

Quando chiudevi la porta di casa per uscire e lui rimaneva dentro da solo, il suo verso diventava lamentoso, strisciante, e ti trasmetteva senza equivoci il suo desiderio di stare con te.

 

Ci rattrista il pensiero di non poter fare una preghiera per lui; possiamo però dimostragli riconoscenza assecondando le sue necessità, avendo cura di lui, sollevandolo nelle sue sofferenze.

Ma quando ci lascia, altro non ci resta che ringraziare il buon Dio che ce l’ha dato come compagno fedele e come immagine di innocenza, privo di cattiveria.

Amare un cane o un altro animale è un sentimento gratuito, e quindi un richiamo per saper amare i nostri simili anche quando non corrispondono alle nostre attese.

 

Trattando appunto l’“Amore al fratello” (pag.30-31) Chiara Lubich ha lasciato scritto:

“Signore, dammi tutti i soli…Amo ogni essere ammalato e solo: anche le piante sofferenti mi fanno pena…e anche gli animali soli. Chi consola il loro pianto? Chi compiange la loro morte lenta?”