DON LUCIANO – FUORI CONTROLLO

INCONTRI CON LA PAROLA
No. 384 – Il tir fuori controllo
(Proverbi 12, 18)

È successo qualche tempo fa sull’autostrada A15 tra i caselli di Berceto (Parma) e Pontremoli (Massa Carrara). L’autista per un’avaria aveva fermato il suo tir in discesa, sulla corsia di emergenza, infilandosi sotto il tir per tentare di trovare il guasto.
Improvvisamente il camion ha ripreso la marcia schiacciando con le ruote il conducente. Nella sua folle corsa in discesa il tir ha perso anche il carico di grano e si è poi schiantato contro il guardrail, che ha retto all’urto. L’autostrada La Spezia – Parma è rimasta bloccata per alcune ore.
Un camion impazzito può fare un mucchio di danni. È successo per un’imprudenza del conducente: il tir carico in discesa, niente zeppe a bloccare le ruote… e qualcuno è rimasto schiacciato. Tu guidi un mezzo di trasporto ancora più pericoloso… il tir della tua lingua, carica di parole.
Senti cosa ti dice Dio in Proverbi 12, 18: «V’è chi parla senza
riflettere: trafigge come una spada; | ma la lingua dei saggi risana». Molte delle nostre parole fanno l’effetto o di guarire o di ferire. Immondizie o medicinali. Purtroppo lasciamo troppo spesso che il tir della nostra lingua abbia il carico sbagliato – critiche, parole negative, commenti maliziosi – e lasciamo dietro di noi una scia di morti, feriti, relazioni rovinate – di cui forse nemmeno ce ne rendiamo conto. Spesso diciamo delle cose che a sera nemmeno più ricordiamo di aver detto, mentre la persona che le ha sentite se le ricorderà per anni.
Per questo motivo in Proverbi 15,4 Dio ti dice: «Una lingua dolce è un albero di vita, | quella malevola è una ferita al cuore». Sei hai la tendenza ad avere una «lingua malevola», allora hai già causato molte ferite. Per molti di noi, pensare una cosa e dirla è immediato
– senza considerare i danni che può causare – alla reputazione di qualcuno, al suo buon nome, alla sua dignità, alle relazioni, all’unità… a Gesù stesso: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo 25,40).
Non so se noi capiamo davvero il peso delle nostre parole. Non calcoliamo quanto in profondità scendono… quanto le persone se le ricordano… quanto altri le ripetono… quanto stiamo ferendo. Per quel che ci riguarda, noi ci limitiamo a scaricare i nostri sentimenti o le nostre opinioni, e poi ce ne andiamo. Ma le nostre parole lasciano una traccia, e spesso è una scia di lacrime o risentimento.
È appunto per questo che un uomo come Davide ha pregato quanto scritto nel Salmo 140,3. Ricorda, Davide era un uomo secondo il cuore di Dio, che desiderava piacere al suo Signore. Riconoscendo il potere delle sue parole, ha detto: «Poni, Signore, una custodia alla mia bocca, | sorveglia la porta delle mie labbra». Questa è la preghiera che molti di noi dovrebbero dire ogni giorno, magari attaccarsela con un foglietto sul muro o su uno specchio da qualche parte… in modo da ricordarsela spesso. “Signore, dammi lo Spirito Santo che mi aiuti a pensare a quello che sto per dire… aiutami a sorvegliare ciò che esce dalla mia bocca… aiutami a capire l’effetto che avranno negli altri le mie parole – e a misurare quello che dico”.
Ovvio, il pensiero di un tir che anche solo una volta all’anno corre in discesa senza autista mette paura – all’idea di quanti morti e feriti può causare. Ma il tir della tua lingua è molto più micidiale e molto più comune. Tantissimi danni e ferite possono essere evitati – se solo trattieni il tir della tua lingua dal correre per conto suo, e la sottometti a Gesù.

Vi accompagno con la preghiera, sempre con riconoscenza e affetto

don Luciano