IV DOMENICA DI QUARESIMA 27 MARZO 2022

 

Il figlio prodigo/Padre misericordioso

La parabola raccontata da Gesù è uno dei vertici narrativi di tutta la sua predicazione… (verità in/rivestita di immagini).

Ci svela chi è Dio: “Un uomo/padre aveva due figli”

Dio è abbà=padre, abbiamo legami di vita con lui…portiamo in noi la sua immagine…siamo ciò che lui è…

Esercita il suo amore nella forma della paternità: cioè nella dare la vita, nell’educare alla vita…nell’ introdurre alla responsabilità della vita…

…Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.

Con tutti e due il Padre divise l’eredità:

(Ton bion= divise tra loro non le sostanze ma la vita)…

il figlio più giovane le sperperò

Il figlio maggiore non si rese nemmeno conto di avere ricevuto la propria parte di eredità

Tutti ci possiamo identificare in uno dei due figli…

1) Per noi nella maggior parte credenti motivati, è più facile identificarci nel secondo figlio/maggiore:

come stiamo abitando nella casa di Dio che è la Chiesa?

da figli o da schiavi/servi?, cioè da persone costrette a rimanere… – o da figli sereni, consapevoli del dono della fede… o da servi, frustrati, insoddisfatti, lamentosi, catastrofisti, nei confronti del Padre e dei fratelli ?

Il figlio maggiore della parabola viveva nella casa del Padre senza rendersi conto che il padre l’aveva già reso erede… “ciò che è mio è tuo”… come viviamo e restiamo nella Chiesa?…

2) C’è poi il caso del figlio più giovane: scialacquatore…centrato su se stesso, edonista, egoista… animato solo dal desiderio di evasione e divertimento…

Ci sono tra i credenti queste personalità, dopo breve tempo vissuto nella chiesa se ne allontanano per anni… ma dopo aver toccato il fondo della vita rientrano in se stessi… è qui che Dio li aspetta…

Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno

Il ricentramento della vita scatta solo quando ci si ritroverà nel bisogno… tanti buoni ragionamenti non servono a nulla… bisogna agire sullo stato di fatto: una terapia d’urto… un cambio di vita… è la fatica che ci fa apprezzare i beni della vita…

Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!