Omelia 12 t.o. A 25.06.2017

 

Domenica scorsa S. Paolo nella seconda lettura ci ha suggerito di gloriarci in Dio, perché Egli ci ha fatti sua proprietà, perché ha fatto di noi un regno di sacerdoti e una nazione santa. Io sono onorato di appartenere a Cristo, me ne vanto.

Il gloriarci in Dio comporta l’impegno di manifestare, di svelare, di predicare sui tetti, di dire alla luce del giorno quello che Dio ha fatto per noi.  Ce lo dice Gesù nel Vangelo: ‘Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce ’. ‘ Io vi parlo in modo velato perché ora non potete comprendermi e perché la mia opera non è ancora compiuta’, ma quando sarò risorto dovete proclamare tutto senza timore:

-“ Non temete gli uomini …

-“ Non abbiate paura …

-“ Non abbiate timore: voi valete più di molti passeri! ”

“Il Signore è al mio fianco …” dice il profeta Geremia; “ A te Signore degli eserciti ho affidato la mia causa.”

La nostra fede in Gesù e in Dio nostro Padre non è fanatismo o bigottismo, non siamo infatuati da un’idea strana, peregrina, … non dobbiamo vergognarci di fidarci di Dio quasi fossimo fuori della realtà e della storia. La nostra fede si fonda su un fatto ben preciso che ha cambiato la storia dell’uomo; il fatto è la morte e risurrezione di Gesù Cristo e noi siamo stati coinvolti in esso, abbiamo fatto un patto con Dio, Dio ci ha chiamati suoi alleati e ci ha dato una missione:

“ Predicatelo sui tetti “!

“ Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio …”

Saremo denunciati, ci inganneranno, ma il Signore è al nostro fianco!