Omelia 29 ma. anno A del 22.10.2017

Ciro re di Persia dà ordine agli Ebrei esiliati di ritornare in Palestina. Sebbene egli non conosca Dio, viene chiamato da Dio ad essere strumento per rimpatriare il suo popolo.

Il profeta infatti dice a Ciro, in nome di Dio:

  • Io ti ho chiamato per nome
  • Io l’ho preso per la mano destra
  • Io sono il Signore
  • Fuori di me non c’è altro Dio.

Anche S. Paolo come il profeta Isaia, parlando ai cristiani di Tessalonica, ringrazia Dio per il loro impegno nella fede e per le loro opere di carità, e mette in evidenza che il Vangelo si è diffuso fra loro con potenza e con Spirito santo per dire che dipende da Dio sia l’impegno nella fede e nella carità, sia la diffusione del Vangelo:

è Dio che sceglie, che elegge.

Ecco allora la risposta di Gesù: DATE A DIO QUEL CHE E’DIO, cioè riconoscete che siete stati chiamati da Dio, che avete impressa in voi l’immagine di  Dio, la Sua impronta. Non si tratta di pagare o dare a Dio; il Signore ci chiede di riconoscere ciò che ci viene come dono da Lui.

Anche l’autorità politica ha la sua origine in Dio ‘ Tu non avresti alcun potere su di me se ciò non ti fosse stato dato dall’altro’(Gv 19,11): così ha risposto Gesù a Pilato.

E’ giusto contribuire per il servizio pubblico che l’autorità gestisce per il bene di tutti.

Anche se i governanti non riconoscono Dio, agiscono sempre in nome di Dio, perché è Lui l’Autorità suprema, è Lui il Signore e non ce n’è alcun altro. Ogni Autorità deve fare i conti con Dio!