Omelia 4^ quaresima 2017

 

“Io sono la luce del mondo” ( versetto al vangelo Gv. 8.12; vangelo Gv. 9,5).

E’ Gesù che fa questa affermazione, Lui che ha guarito il cieco nato; è Gesù che gli ha dato la possibilità di vedere tutte le cose illuminate dal sole; è Gesù che gli ha dato la possibilità di riconoscere il Figlio dell’uomo, di credere in Lui e di prostrarsi dinanzi a Lui. E’ Gesù che gli ha dato la luce agli occhi e la luce della fede.

“ Fin che io sono nel mondo, sono la luce del mondo”

“Luce”  si fa per dire; la vista, il sole, i colori sappiamo che sono una bella cosa, necessaria; ma non è questo che intende Gesù prima di tutto. E’ S. Paolo che ci aiuta a capire che cosa voleva intendere Gesù “ un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia, verità”.

Comprendiamo ora che Gesù è LUCE perché con la sua presenza e con la sua parola ha portato nel mondo la verità, la giustizia, la bontà. Possiamo dire che Gesù ha tirato fuori dalle tenebre il cieco nato anche se lui non ha chiesto nulla, come ha tirato fuori Davide il più piccolo dei figli di Jesse dalla sua condizione di pastore, per ungerlo re.

Dio si è servito del cieco, emarginato dalla società; si è servito dell’ultimo nato dei figli di Jesse, un pastorello, per manifestare le sue opere. Potrà servirsi ancora adesso di ogni persona non considerata, o delle circostanze avverse di questo nostro mondo attuale così nefasto, per manifestare le sue opere, il suo regno, la sua salvezza.