Omelia 5^ quaresima 2017

 

Quando si diagnostica un male grave per noi o per qualche nostro parente, scatta nell’anima l’invocazione dell’intervento di Dio: la speranza è solo in Lui che può tutto. La vita ci è troppo cara per non aggrapparci a quest’ultima possibilità.

Ma il miracolo, se il Signore lo concede, deve ridimensionare il nostro rapporto con la vita: vale di più essere riempiti dello Spirito di Dio, che godere della salute.

“ Farò entrare dentro di voi il mio Spirito e rivivrete”  (1.a lett.)

“E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù … abita in voi, darà la vita anche ai vostri corpi …” (2.a lett.).  Anche Marta e Maria erano affezionate al fratello Lazzaro ammalato; confidavano nell’amicizia di Gesù, nella sua presenza e nel suo potere di operare miracoli:

” Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”

Anche Gesù era affezionato a Lazzaro, ma il suo rapporto con lui andava oltre la vita fisica:

“ Chi crede in me, anche se muore, vivrà”.

Marta che ascolta le parole di Gesù si sente invadere dallo Spirito e fa il suo atto di fede:

“Credo che tu sei il Cristo”.   Questo è il miracolo! Dobbiamo scoprire questo miracolo che avviene dentro di noi “ faccio entrare il mio Spirito dentro di voi e rivivrete”.

Se  l’urgenza che ci tortura di fronte al tumore la avessimo anche quando ci corrode il cancro della fede!

E allora prima di celebrare la Passione di Gesù, lasciamoci riempire dello Spirito, rinnoviamo la nostra fede “Credo Gesù che tu sei il Cristo”.