Cerchiamo di identificarci con una delle categorie di persone che sono riportate nelle letture di oggi:
- Gli Ebrei in esilio ai quali viene annunciata la liberazione
- I cristiani che ricevono la lettera di Pietro mentre aspettano la venuta del giorno di DIO
- GLI ABITANTI di Gerusalemme e della Giudea che vanno dal Battista a confessare i loro peccati.
Agli Ebrei in esilio il profeta infondeva speranza annunciando che è finita la schiavitù, viene Dio con potenza, si rivelerà la gloria del Signore.
Ai Cristiani della sua comunità Pietro ricordava la promessa di Dio: il Signore non ritarda ad adempiere la promessa, verranno cieli nuovi e terra nuova.
Ai suoi discepoli Battista annuncia che dopo di lui verrà uno più forte di lui.
Che popolo siamo? Possiamo paragonarci agli ebrei in attesa di liberazione? Agli abitanti di Gerusalemme che si convertono in attesa di Colui che battezzerà in Spirito santo? Ai discepoli di Pietro che si pentono e attendono cieli nuovi e terra nuova?
Tutti costoro sono in attesa, ci saranno tempi nuovi inaugurati dal Liberatore; all’inizio del corteo di coloro che tornano dall’esilio liberati dalla schiavitù, c’è Dio che guida il ritorno in patria.
Che popolo siamo, mentre Dio mantenendo la promessa ha mandato Gesù il Liberatore,?
Vogliamo anche noi tornare dall’esilio, dall’Egitto che ci tiene schiavi; seguiamo Dio che sta dinanzi a noi, mandando il suo Figlio alla guida del suo popolo. Prepariamo la sua venuta perché è vicino il giorno splendido della nostra libertà e della gloria del SIGNORE.