Omelia anno B – 27 t.o. 07.10.2018

Partiamo da una convinzione:

“ tutto viene da Dio ed è a Lui sottomesso”

Dalla antifona d’ingresso abbiamo acclamato:

“ Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere. Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse; tu sei il Signore di tutto l’universo”

Anche la lettera agli Ebrei ritorna su questa convinzione:

“ … Dio, per il quale e mediante il quale sono tutte le cose …”

E’ il principio dell’unità e dell’ordine che tutti desideriamo: realizzare l’unità e l’ordine è il nostro sogno, la nostra pace. Noi siamo convinti che tutto questo è in Dio.

Se non fosse, dobbiamo rivolgerci ad un altro principio che porti allo stesso effetto.   L’uomo si è imposto la legge, con tutti i limiti che la legge umana può avere senza riuscire a raggiungere la vera unità nell’amore.

Fatta questa premessa, si richiede una scelta: accettare la sapienza di Dio da cui tutto proviene, o sottoporsi ad una legge concordata. Questo bisogna fare anche per quanto riguarda l’accoppiamento uomo-donna; con una precisazione però, che davanti a Dio vale la coscienza retta, davanti alla legge ci si può nascondere e giustificare  lasciando prevalere l’egoismo.

Ritorniamo alla nostra convinzione: tutto viene da Dio ed è a Lui sottomesso.  La vita matrimoniale non è una convenzione sociale, appartiene ad un progetto ben definito di Dio al quale dobbiamo aderire per costruire unità nell’ordine. I fondamenti della vita matrimoniale non sono nella legge umana, si trovano nella rivelazione, nella parola di Dio. I problemi che riguardano la vita matrimoniale si pongono a livello di fede, non a livello di legge.

E’ opportuno e giusto allora in questa festa del Rosario pensare a Maria: chi più di lei ha fatto riferimento alla volontà di Dio per quanto riguarda il suo rapporto con  Giuseppe e al concepimento del  Bambino? Maria aiuta la nostra società a capire che il matrimonio non è nell’ordine del godimento, ma dell’impegno per costruire unità donando se stessi.