Partiamo da una convinzione:
“ tutto viene da Dio ed è a Lui sottomesso”
Dalla antifona d’ingresso abbiamo acclamato:
“ Tutte le cose sono in tuo potere, Signore, e nessuno può resistere al tuo volere. Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse; tu sei il Signore di tutto l’universo”
Anche la lettera agli Ebrei ritorna su questa convinzione:
“ … Dio, per il quale e mediante il quale sono tutte le cose …”
E’ il principio dell’unità e dell’ordine che tutti desideriamo: realizzare l’unità e l’ordine è il nostro sogno, la nostra pace. Noi siamo convinti che tutto questo è in Dio.
Se non fosse, dobbiamo rivolgerci ad un altro principio che porti allo stesso effetto. L’uomo si è imposto la legge, con tutti i limiti che la legge umana può avere senza riuscire a raggiungere la vera unità nell’amore.
Fatta questa premessa, si richiede una scelta: accettare la sapienza di Dio da cui tutto proviene, o sottoporsi ad una legge concordata. Questo bisogna fare anche per quanto riguarda l’accoppiamento uomo-donna; con una precisazione però, che davanti a Dio vale la coscienza retta, davanti alla legge ci si può nascondere e giustificare lasciando prevalere l’egoismo.
Ritorniamo alla nostra convinzione: tutto viene da Dio ed è a Lui sottomesso. La vita matrimoniale non è una convenzione sociale, appartiene ad un progetto ben definito di Dio al quale dobbiamo aderire per costruire unità nell’ordine. I fondamenti della vita matrimoniale non sono nella legge umana, si trovano nella rivelazione, nella parola di Dio. I problemi che riguardano la vita matrimoniale si pongono a livello di fede, non a livello di legge.
E’ opportuno e giusto allora in questa festa del Rosario pensare a Maria: chi più di lei ha fatto riferimento alla volontà di Dio per quanto riguarda il suo rapporto con Giuseppe e al concepimento del Bambino? Maria aiuta la nostra società a capire che il matrimonio non è nell’ordine del godimento, ma dell’impegno per costruire unità donando se stessi.