Omelia anno C – 4 Pasqua- 12.05.2019

 

“ Io do loro la vita eterna”; la vita eterna è Dio! Solo Dio può donare Dio: ‘ Io do loro me stesso’.

Stando all’immagine del Vangelo del pastore delle pecore e applicando quello che Gesù dice, non possiamo dire che il pastore dà se stesso alle pecore, le porta a pascolare un cibo cresciuto altrove, fuori di se stesso e non per farle simili a sé, ma per produrre lana e latte che serviranno ad altri.

Dio invece dona Dio, perché diventiamo partecipi di Lui,  della sua realtà.” Io e il Padre siamo una cosa sola”: il Padre dona se stesso al Figlio ed è uno con Lui. Gesù dona se stesso all’uomo-donna per essere uno con Lui e il Padre:

“nessuno le strapperà dalla mia mano” – “ nessuno può strapparle dalla mano del Padre”.

Come avviene questo dono, come si arriva all’unità? Avviene come per la mamma con il figlio: fin che  il figlio è in grembo, egli è unito alla mamma attraverso il cordone, ma quando il bimbo è nato, egli rimane unito alla mamma non con il cordone, ma attraverso la conoscenza reciproca, attraverso l’affetto. Con Dio si arriva all’unità con la conoscenza: “Io le conosco ed esse mi seguono”. E noi conosciamo Dio ascoltando la sua voce “Le mie pecore ascoltano la mia voce”.

Questo avveniva ai tempi di Paolo e Barnaba:

tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore

era necessario che fosse proclamata a voi la parola di Dio

i pagani glorificavano la parola del Signore

la Parola del Signore si diffondeva.

I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo, erano pieni di Dio, partecipavano attraverso la parola alla realtà di Dio, Dio aveva dato loro attraverso la Parola Se Stesso e la vita eterna.

Il pastore non dona se stesso alle pecore, ma il prete-pastore attraverso la parola – come il cordone- fa nascere la conoscenza e l’affetto per Dio per entrare nella sua realtà.