Omelia anno C 5 quaresima 07.04.2019

 

“  Non ricordate più le cose passate” dice il signore al popolo d’Israele di ritorno dall’esilio di Babilonia; “Ho lasciato perdere tutte queste cose” dice S. Paolo riferendosi alla giustizia derivante dalla legge;  “Va’ e d’ora in poi non peccare più” dice Gesù alla adultera.

‘Faccio una cosa nuova’: dice Dio; non solo una strada nel mare, acque nel deserto, un fiume nella steppa; faccio una cosa nuova: la bontà, la misericordia, il perdono.

Il nostro Dio in Gesù si presenta così; S. Paolo e tutta la Chiesa si presentano così: misericordiosi, senza bloccare il passo con la condanna, lasciando aperto il cammino, contando sulla capacità del cuore umano di lasciarsi conquistare dall’amore, rispettando le persone più che la legge.

Come si fa seguire Gesù, accusando in nome della legge chi sbaglia? O metti in atto la misericordia di Gesù, o rispetti il rigore della legge. Ma il motivo dei nostri giudizi e delle accuse non è la legge, non giudichiamo chi sbaglia perché non rispetta la legge, ma perché si oppone al concetto troppo alto di noi stessi. Per dirsi cristiani bisogna testimoniare la misericordia di Dio, senza la quale le relazioni con le persone rimangono nel buio e nella penombra del giudizio e della condanna   e nel gelo dell’intransigenza e dell’intolleranza.

La comunione eucaristica non ci permette mai di diventare giudici assoluti nei confronti degli altri. Siamo tutti consapevoli di essere indegni di partecipare a questo banchetto fraterno anche se siamo appena confessati.

Eliminiamo tutti i tribunali privati, anche i giudizi segreti , i sospetti che ci nascono in cuore. Gesù fa nuove tutte le cose, non ricorda più le cose passate.