Omelia domenica III^ Avvento – 11 Dicembre 2016

Il Battista era un maestro e aveva dei discepoli: tutti erano ammirati della sua parola: annunciava un’era nuova, inaugurata dal Messia che stava arrivando inviato da Dio.

Come sempre si pensa che le cose cambino dall’alto, dalle persone importanti, dai responsabili. Anche Giovanni pensava così? Si aspettava che il Messia intervenisse sui governanti, sulle persone influenti?

Giovanni invece si accorge che Gesù sta con gli storpi, i ciechi, i sordi, con la gente poco considerata e, stando in carcere, freme perché vorrebbe veder spuntare questa era nuova. Vuole accertarsi. ‘ Sei proprio tu colui che deve venire?’

Gesù gli manda a dire ‘ Gli storpi camminano, i ciechi vedono ‘… enumerando tutte le opere di carità verso gli esclusi, ‘e  ai più poveri è annunciato il Regno di Dio’.

In fondo Gesù dice a Giovanni che il regno dei cieli comincia dal basso, senza rumore, senza rivoluzioni, va incontro a tutti senza condannare.  Questo è il Dio che aspettiamo: non scandalizziamoci se si piega a sanare le piaghe dell’umanità, se Lui stesso rimane sconfitto.

E’ l’amore che vuole così; è proprio Lui il Messia.

Insegnaci, Signore a riconoscere i segni del tuo amore, a fidarci di te.

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