Omelia VI° Pasqua anno B 6 Maggio 2018

Sono tentato di mettere le mani nell’alveare per cogliere il miele.

Mi viene in mente questa immagine mentre cerco di riflettere, di capire, di captare l’ AMORE: vorrei mettere le mani nel cuore di Dio  da dove nasce l’amore.

E’ S. Giovanni nella sua lettera che mi provoca in questo senso: l’amore sta nell’essere amati “ In questo sta l’amore: è lui che ha amato noi “; l’amore non nasce da noi,  la sorgente dell’amore non scaturisce da noi ;  noi possiamo solo deviarne il corso o rompere gli argini o inquinare la falda come abbiamo fatto alle origini nell’Eden.

Poteva Dio farci capire l’amore castigandoci, rimproverandoci?    Con la punizione avremmo capito solo che la legge è rigida, esigente, ma non avremmo capito il calore dell’amore. Invece Dio ci è venuto incontro mandandoci suo Figlio, sul quale è riversato tutto l’amore del Padre.

“ In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi, e ha mandato il  Figlio …”

  Rimanete nel mio  amore – ci dice Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi: Puntate sempre al bene degli altri;  guardate sempre in positivo, pensate al bene che c’è in tutti. Vogliatevi bene considerando la capacità di bene che è in voi, e pensate che anche gli altri sono come voi. Ama il prossimo tuo al posto di te stesso. Non lasciamoci trascinare da pregiudizi e antipatie: deve prevalere l’amore che Gesù ha per tutti.

Dio non discrimina : chiunque lo teme e pratica la giustizia è accetto a Dio.

Mettere le mani nell’alveare ci fa temere di essere colpiti dalle api;  mettere le mani nel cuore di Dio non corriamo nessun pericolo!