OMELIA XXIII DOMENICA PER ANNUM 04 SETTEMBRE 2022

Lc 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Potremmo sintetizzare il contenuto del Vangelo in questa espressione:

Le condizioni per seguire Gesù!

Le condizioni per essere discepolo…

Ma c’è una domanda previa, stando alla cultura e al mondo di oggi: gli uomini/donne di oggi desiderano ancora essere discepoli di Gesù? vogliono ancora avere a che fare con Gesù Cristo

…o Gesù Cristo è percepito oggi più di ieri come un ostacolo… un retaggio del passato… un limite alla propria libertà di realizzazione ?

prova ne è il fatto della riduzione drastica dei battesimi e dei matrimoni cristiani… e dell’educazione e formazione cristiana dei propri figli.

…poichè una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro…

Una folla numerosa andava con Gesù… ma Gesù non è ricercatore delle folle… anzi le condizioni che pone sembrano proprio scoraggiare la folla… non è il numero che produce qualità ma l’adesione personale…

Sono tre le condizioni che Gesù pone:

1)…Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo…

2) Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
3) Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo»

La sua espressione si apre con un “SE” dubitativo: il che significa che Gesù non si fa illusioni: pur volendo abbracciare tutti col dono della salvezza, non tutti scelgono di essere coinvolti dal suo dono o dalla sua proposta…

la prima condizione è l’asse portante, la condizione in forza della quale si realizzano le altre due: se uno viene a Me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre,, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle NON può essere mio discepolo …

Gesù chiede ai suoi discepoli una relazione personale diretta con la sua persona… una relazione prioritaria, privilegiata… come chiese a Pietro sulle rive del lago di Tiberiade: mi ami tu più di costoro ? Signore tu sai tutto tu sai che ti voglio bene… pasci le mie pecore…

C’è un verbo che lega tutte le relazioni indicate da Gesù: è il verbo amare… amare il padre, la madre…

Gesù non ci chiede di NON amare le persone care… ma di amarle a partire da Lui… quel PIÙ… fa la differenza.

ai suoi discepoli chiede un amore più grande, dilatato, ampio…

Siamo disposti a questo?!?…

La relazione con Gesù è una relazione atipica… è una relazione mediata, da persone, luoghi e momenti… è relazione col Risorto…è relazione nello spirito perché Dio è Spirito.. per questo esige spazi e tempi propri… questa relazione di chiama preghiera e la carità altro non è che preghiera trasformata in azioni…

Ci sentiamo oggi di amare Gesù così? Perché abbiamo fatto esperienza che solo Lui ha parole di vita eterna ?

La domanda è aperta… per questo Gesù invita al discernimento… prima di dichiararti discepolo/a calcola… guarda se hai le forze, i mezzi, la volontà per affrontare tutto questo.

Di fatto l’essere discepoli di Gesù oggi è la grande opera dello Spirito santo che opera in noi… chiediamo il dono dello Spirito Santo per noi e per tutta la Chiesa..perché ci renda veri discepoli di Gesù.