RIFLESSIONI SULLA PAROLA DI VITA DI NOVEMBRE 2016

“Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13)

Rileggendo e riflettendo su questa parola di vita quello che mi ha colpito maggiormente e che sento vero fino in fondo è quel semplice «basterà lavorare “a due”» come ci insegnava Chiara Lubich. Affrontare situazioni particolarmente dolorose o impegnative e importanti, da soli, con le nostre piccole forze può sembrare impresa quasi impossibile. Andare all’ospedale a trovare una persona gravemente malata in fase terminale per aiutarla a mangiare e, imboccandola, guardarla negli occhi e chiedersi cosa starà provando in quel momento, è cosa molto difficile, specialmente quando si è già vissuta una situazione di grande dolore per una persona cara. Anche un incontro con dei giovani che si fidano di te, che ti sentono compagno, che ti vedono come un aiuto per la loro crescita, richiede un impegno che affrontato da soli può sembrare una fatica e non una gioia che porta frutto. Sono solo due esempi, uno di dolore e uno di gioia; la nostra vita è ricolma di queste situazioni, le più svariate, e allora, prima di affrontarle, condividiamole con chi sappiamo ci possa dare unità per viverle appieno e richiamiamo ogni volta al nostro cuore quello che aveva scoperto San Paolo, e cioè riconoscere e accogliere la presenza costante di Gesù nella nostra vita che prende tutto su di sé. (È interessante sottolineare che: “Agnus Dei qui tollit peccata mundi”, che noi traduciamo con “Agnello di Dio che togli i peccati del mondo”, in realtà significa “Agnello di Dio che prendi su Te i peccati del mondo”) Tutto posso quando vivo in comunione d’amore con altri perché è allora che Gesù viene in mezzo a noi e sono così sostenuto dalla forza dell’unità. “Tutto” possiamo con la presenza di Gesù; “tutto” e solo il bene che Egli, nel Suo amore misericordioso ha pensato “per me” e “per gli altri attraverso me”. È importantissimo avere la consapevolezza che “anche attraverso me il Signore” opera, e quindi facciamo bene quello che Dio vuole da noi nell’attimo presente. È questo il lavoro a due che ci è richiesto, in perfetta comunione, e con il nostro agire daremo la possibilità a Dio ad avere fiducia in noi. “Tutto posso in colui che mi dà la forza”