TRACCE per l’omelia – domenica 10 febbraio 2019

 

Siamo agli inizi della predicazione di Gesù, dopo Nazaret

Vede due barche, ne sceglie una, quella di Pietro, come ambone per i suoi discorsi.

La Parola di Gesù è fondamentale. Non solo come predica, ma anche come evento.

Pietro è appena rientrato da un fallimento del suo lavoro, una pesca infruttuosa, una notte sprecata. E’ una giornata amara la sua. Ma incontra Gesù che gli cambia la vita.

Chiede a Simone di prendere il largo: coraggio, speranza, dubbi…

Gesù chiede a Pietro di sfidare i luoghi comuni, specie quello dell’esperienza personale, della superficialità, della professionalità, e chiede a Pietro di fidarsi della sua parola.

Ma Pietro va’ fidando nella parola di Gesù.

E’ la parola di Gesù che compie l’evento della pesca miracolosa.

Non la competenza del mestiere dei pescatori.

E’ la parola di Dio che contiene le risposte alle domande e alle esigenze profonde dell’uomo.

“Dalla Parola tutto è partito: dalla Parola vorrei ricominciare”, così scriveva il Cardinale Carlo Maria Martini nella sua lettera pastorale alla Chiesa di Milano per l’anno 2001/2002, intitolata proprio, significativamente, “Sulla tua parola”.

I compagni dell’altra barca: quante barche ci sono nella chiesa? Tutte partecipano alla pesca miracolosa. Ogni barca rappresenta una comunità nella sua autonomia. La collaborazione tra le barche è fondamentale per la riuscita dell’impresa.

Pietro da solo non ce la fa a raccogliere i frutti della Grazia. Ha bisogno dell’aiuto dei fratelli. “Nel nostro testo viene abbozzata la nascita della comunità. L’altra barca viene in aiuto a quella di Pietro che è in difficoltà: nella comunità cristiana ci si aiuta, ci si sostiene, si riconosce il bisogno che uno ha dell’altro e allora il gruppo diviene una vera fraternità” (Luciano Manicardi).

Ma qualcuno dice anche che la chiesa di Pietro (= Roma) ha bisogno dell’aiuto delle altre chiese (di Giacomo, di Giovanni,…), e tutte le chiese costituiscono insieme la Chiesa di Dio.

Tutte le missioni della chiesa devono essere fondate sull’obbedienza alla Parola di Gesù, e non su altro.

 

Pietro ai piedi di Gesù: riconosce la sua piccolezza e la grandezza di Gesù. Si sente attratto da lui, ma sente fortemente la sua inadeguatezza e il suo peccato. Si sente indegno, ma Gesù non guarda ai peccati di Pietro, bensì alla fiducia che lui ha nei suoi confronti e nei confronti della sua Parola.

Lo stesso vale per i compagni di Pietro, Giacomo e Giovanni, testimoni con lui in varie occasioni: resurrezione della figlia di Giairo, Trasfigurazione, orto degli ulivi.

 

Gesù rivela a Pietro la missione della sua vocazione: essere pescatore di uomini:

“d’ora in poi è tuo compito andare negli abissi, al largo, per salvare uomini preda del male, per salvarli da abissi infernali, da strade perdute. I pesci muoiono, gli uomini sono invece destinati alla vita eterna!” (E. Bianchi).

 

Salvare gli uomini dal male, questa la vocazione del missionario.

Per questo Pietro e i suoi amici lasciano tutto.

L’incontro con Gesù li ha trasformati, una nuova vita appare, un nuovo futuro incombe.

 

Al centro di questo brano vi è il grande invito di Gesù: «Prendi il largo» (Duc in altum), ripreso e proposto dal papa Giovanni Paolo II come stimolo per farci affrontare la evangelizzazione nel terzo millennio. Siamo chiamati anche noi a guardare oltre, a ricominciare sempre dalla parola di Gesù, con rinnovato slancio di missione e di impegno.

 

Prendi il largo:

  • Prendi coscienza degli impedimenti, delle paure che ti tengono ancorato alla riva.
  • Non rinnegare il passato, ma non rimanervi ancorato.
  • Vai dove il tuo io non ti condiziona con abitudinI mentali, sociali, avidità o egoismi
  • Vai dove ti sentirai spogliato del tuo io
  • Andare al largo spaventa? Certo, specie se hai una mente ansiosa di quieto vivere, di comodità, di protezioni, di sicurezze.
  • Andare al largo coinvolge tutta la chiesa, la tradizione, la gerarchia, i teologi e il popolo cristiano: il largo è la realtà nella persona umano-divina di Gesù, non una costruzione innalzata da Pietro e dai suoi successori, o dalle scuole teologiche, o dall’esperienza dei santi.
  • Andare al largo significa vincere ogni paura:
    • La paura della novità del Cristo
    • L’indifferenza egoistica e la tiepidezza che ci tengono fermi nei porti raggiunti
    • La paura delle problematiche religiose che tormentano le coscienze
    • La paura che ci fa dire: ci pensi il Papa, il vescovo, il parroco…
    • La paura che ci chiude nella tradizione
    • La paura che ci fa lodare tutto ciò che evita i problemi
  • Figlia della paura è l’indifferenza egoistica, il sonno mortale dell’anima così presente ai nostri giorni.
  • Dall’indifferenza nasce la tiepidezza che svuota il cristianesimo dei contenuti eterni, per mutarlo in un complesso di riti, di formule, di verità recitate e non vissute.
  • Andare al largo significa sentire la presenza di Dio, sentire la libertà e la liberazione da ogni costrizione, terrore o paura, da ogni prepotenza, da ogni assolutizzazione di dottrine e volontà dell’uomo
    P.Cristiano Cavedon