BIOGRAFIA DI DON BATTISTA

don%20battista%20s%20spina%20025

Don Battista alla Parrocchia di S. Spina

 Mamma Antonietta Rossi mi ha messo al mondo il 12.03.1940 mentre abitava dentro le mura di Cittadella con papà Umberto Crivellaro proveniente da Meda di Velo d’Astico (Schio). Abbiamo abitato successivamente in alloggi diversi prima di sistemarci nella casetta della zia ricostruita con i contributi per danni di guerra; si trova in “Vicolo I° a mattina di Borgo Padova” (ora Via Zurlo).
 Dalla Statale Valsugana che si inoltra stretta nell’abitato, dove inizia il portico che conduce alla chiesetta del Carmine, a sud di Porta Padova, all’imboccatura del vicolo, il Signore mi ha colto “le cose del mondo passano, Dio resta”. Una chiamata informe che poteva non lasciar segno, che poteva sonnecchiare tranquilla e magari venir sepolta da altre prospettive. Ero chierichetto sì per ora, ma dopo? Ho detto di sì ad un missionario che passava di classe in classe in 5^ elementare, mi ha seguito per un po’ parlando con mio papà, ma quando è stata l’ora di partire un temporale da diluvio mi ha bloccato.
 Il papà trasferisce la famiglia a Padova nel 1953 vicino alla stazione ferroviaria, nella Parrocchia dell’Arcella dove c’è una comunità di Frati di ‘S.Antono’. Frequento la I^ media al Collegio Barbarigo, faccio ancora il chierichetto. I Frati mi vorrebbero con loro. Mentre però mi preparo a sostituire mio papà in banca studiando ragioneria, mi viene dato in parrocchia l’incarico di delegato gioventù aclista. Al centro ACLI ho conosciuto un sacerdote che non amava le incertezze e in quattro e quattro otto mi manda dal Rettore del Seminario con una lettera.
 Lo incontro in cortile, seduto davanti alla Grotta di Lourdes mentre i seminaristi e chierici fanno ricreazione; legge la lettera. “Fa’ gli esami, prendi il diploma, poi ci vedremo”.
 Così mi sono fatto altri sei anni di studi, questa volta di teologia: Papà Umberto ha avuto l’occasione di incontrare don Luigi che era cappellano a Cittadella nei tempi in cui egli era giovane, e ora seguiva come Padre Spirituale coloro che erano avviati al sacerdozio: il suo consiglio ha aiutato mio papà a mettere da parte il sogno di vedere un figlio al suo posto in banca e a rinunciare di essere aiutato a mantenere la famiglia dal primo di altri quattro figli.
 Mia mamma taceva e di certo pregava. Aveva avuto a che fare con la vita di Chiesa. Sua sorella era Suora canossiana; suo zio, vescovo a Cagliari. E’ stata ospitata da lui da bambina per un po’ di tempo essendo orfana di madre. Credo che nel segreto custodisse il desiderio che arrivassi alla meta e intanto era vicina a tutti noi con la sua dedizione irradiando la sua fede, la sua umiltà, la sua riservatezza.
 1 aprile 1967 sono sacerdote: era passata da poco la Pasqua(26/3). A settembre sono cappellano a S. Giorgio delle Pertiche dove era parroco l’Assistente delle ACLI, quello della lettera. Ci sono stato un paio d’anni; nel 1969 sono stato chiamato in città a Padova ad aiutare il Parroco di Via Tirana ad avviare la nuova Parrocchia di S. Girolamo: niente canonica, niente patronato, niente chiesa, tutto da fare; lui con la mamma, e io in una casetta di Via delle Melette.
 Il sabato sera 3 gennaio 1970, mentre si celebrava la S. Messa della domenica nella chiesetta prefabbricata, mi giunge la notizia della morte improvvisa di papà Umberto.
Nel 1974 il vescovo mi invia alla Parrocchia degli Angeli Custodi della Guizza per seguire i giovani del Centro Giovanile. Ci resto fino al 1977 per andare in quel di Borso del Grappa dove era Arciprete don Oliviero già cappellano a Cittadella che aveva conosciuto anche lui il papà.
 E così comincio a salire la montagna.
 Il 7/09/1980 divento parroco a Camporovere (Asiago) per 12 anni gustando l’aria, il sole, le cime, i boschi, la neve; ogni tanto viene su specialmente d’estate la mamma anche lei innamorata della montagna, come il papà. Trovo un bel gruppo di giovani, il gruppo coniugi, la scuola materna parrocchiale: cerco di dare il meglio di me stesso, confrontando la mia fede con quella della gente di montagna, cercando di crescere insieme nell’amore per Dio e nell’amore reciproco. Nell’84 la Missione al popolo, nell’85 lavori in chiesa.
 Arriva l’11 ottobre 1992: è la discesa! , ma pur sempre in montagna. S. Caterina è una vallata a 575 m. tra Lusiana e Conco. Ci resterò fino al 2011. Ben 18-19 anni a coltivare la devozione alla S. Spina radicata fortemente nella tradizione della vallata e dintorni. La S. Spina è una reliquia dalla corona di Spine di Gesù; è conservata in un reliquiario sigillato nel 1747 dal card. Rezzonico che è diventato poi Papa Clemente XIII. Per me quella reliquia è stata tutto un programma, tanto che alla fine ne sono stato ‘ferito’ anch’io. Nel 1999 tetto nuovo della chiesa, nel 2000 (Giubileo):  pavimento, riscaldamento e bussola ingresso. Ed eccomi qua a Piove da giovedì delle Palme
14 aprile 2011.
Don Battista