DOMENICA VI° DEL TEMPO ORDINARIO B 11 Febbraio 2024

O Padre, che nel tuo Figlio crocifisso annulli ogni separazione e distanza, aiutaci a scorgere nel volto di chi soffre l’immagine stessa di Cristo, per testimoniare ai fratelli la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Dal libro del Levìtico. Lv 13,1-2.45-46
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
“Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”.

Mc 1, 40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Che cosa ci sta comunicando il Signore attraverso questi testi della S.Scrittura che sono diventati la sua Parola per noi…?

Qual’è il dramma più profondo della condizione umana ?.. è il dramma dell’isolamento… isolati, soli, nella solitudine del proprio dolore…

Il cuore dell’essere umano che vive il dramma del dolore, non solo ha motivo di soffrire a causa del dolore, ma ancora più profondamente a causa della solitudine, dell’isolamento provocato dalla malattia.
Lo abbiamo visto nel tempo di covid…quanta tenerezza e commozione tra le persone ammalate, colpite dal virus e i loro familiari, figli, genitori, coniugi…quanta sofferenza interiore nel non poter dare un abbraccio, nel non poter stringere una mano…tutto a distanza o in forma virtuale.
E’ il caso della persona, colpita dalla malattia della lebbra, narrataci da vangelo di Marco: “…venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”

Le rigide prescrizioni date dal Signore a Mosè nel libro del Levitico, altro non sono che misure di contenimento, in modo da evitare, come oggi, il rischio di contaminazione…Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!”.

Certo misure necessarie, pur essendo disposizioni necessarie al contenimento della contaminazione, non possiamo non pensare alla sofferenza interiore che avranno causato, nell’animo e nel cuore della persona malata…condannata all’isolamento, alla solitudine…

In quel contesto, Gesù scelse di farsi vicino: ..“Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato…(a me, a noi forse questo coraggio manca…farsi vicino, per paura…per timore…per precauzione…ci manca e ci è mancato questo coraggio.

Sono quattro i movimenti legati all’azione di Gesù: (1) ebbe compassione (2) tese la mano (3) lo toccò (4) e disse: lo voglio sii risanato !
Ebbe compassione…è il verbo della misericordia che da espressione al sentire di Dio…Dio non solo ha compassione ma è compassione… Quanto cammino di conversione dobbiamo fare per essere cosi…
Tese la mano…è il gesto che esprime la ferma volontà di andare verso quella persona con tutto se stessi…non solo pensiero ma azione, gesto…
Lo toccò…ha voluto toccarlo e toccandolo si rese ritualmente impuro…non più in uno stato di ottemperanza alle prescrizioni rituali.
..e disse: lo voglio sii risanato…qui la parola esplicita la ferma volontà di ridare dignità e vita a quella persona. Ha voluto risanarlo !

“…E ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: “Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro”.

Gesù lo ammonì severamente…”Guarda di non dire niente a nessuno”…non vuole scalpore, pubblicità, notorietà ma discrezione e silenzio… E’ lui il Messia, l’inviato del Padre, ma non vuole imporre vistosamente o violentemente la sua identità…rimane nel nascondimento… Dio agisce nel silenzio… non ha bisogno di telecamere.

Quest’uomo malato, nella sua fragilità, nella sua debolezza ha avuto il coraggio di gridare a Gesù, di volgersi a Lui: “venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi purificarmi!”… quest’uomo malato si rivolse a Gesù, con la coscienza di trovarsi davanti a Dio, a qualcuno più grande di lui: lo supplicava in ginocchio ! Chi è cosciente di essere malato sa come rivolgersi a Dio !

Questo miracolo di guarigione è avvenuto per “contatto diretto” da corpo a corpo, tra Gesù e la persona malata…La vicinanza che Gesù ha voluto avere fu già inizio della guarigione…cosi può essere anche per noi… possiamo farci vicino…chiediamo al Signore il dono della conversione in termini di vicinanza, di prossimità. Amen