DOMENICA XXXI PER ANNUM A 05 Novembre 2023

Quella oggi è una parola tagliente rivolta a tutti pastori, e laici, componenti dell’unico popolo di Dio…

«Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione ».
(Malacchia)

Attraverso la parola del profeta Malachia Dio rimprovera i sacerdoti del tempo…(V sec. a.c.) immediatamente dopo l’esilio… perché ?…perché non erano dati premura di dare gloria al mio nome…

Probabilmente erano presi dalla ricostruzione del tempio, dalla riorganizzazione del popolo… DIMENTICANDOSI DI DIO non si sono dati premura di dare gloria al nome di Dio.

Quanto tempo sprechiamo in attività che non sono rivolte a Dio…

Così il Signore fa comprendere quello che deve essere il primo e principale compito del sacerdozio: dare gloria al suo Nome…dare gloria: onorare, celebrare, adorare, lodare Dio… riconoscere a Dio ciò che gli è dovuto…questo si compie in primo luogo nella liturgia… in essa la Chiesa celebra Dio nei suoi misteri…nei Santi Segni, nel segno della bellezza, dello splendore delle forme che innalzano a Dio…

Ma c’è un altro contenuto insito nel concetto di “gloria”un altro modo complementare al primo…attraverso il quale possiamo onorare, glorificare Dio:

“La gloria di Dio – scrive Sant’Ireneo di Lione nel II secolo – è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo è vedere Dio”!

La gloria di Dio, dunque non è Lui, ma siamo noi! E’ la nuova vita che nasce entrando in comunione con Lui, è il vedere Dio che ci fa vivere, e  questo glorifica Dio. Possiamo veramente dire che la gloria di Dio è essere amore, è amare ciascuno di noi, ogni persona… non solo, ma la gloria di Dio si manifesta nella cura e nel rispetto dell’opera di Dio che è l’essere umano, la persona umana fin dal suo primo esistere… glorifichiamo Dio quando rispettiamo ciò che Lui ha creato… il cosmo, il mondo, la natura con questo essa contiene.

Nel Vangelo Gesù mette in allerta i suoi discepoli perché non prendano esempio da scribi e farisei: perché dicono e non fanno…appaiono e non sono…

Il rischio per il discepolo è quello dell’apparenza… dell’ipocrisia… della recitazione
ma la vita reale rimane senza sostanza…

Gesù ci invita a tradurre in sostanza la nostra Fede… facendola diventare atteggiamento quotidiano in rapporto a Dio e al prossimo…

Non una fede di facciata ma nutrita di preghiera e di adorazione, di vera relazione col Signore…

Non una speranza debole ma forte è radicata nella parola di Dio…

Non un carità sfuggevole, ma atteggiamento che si traduce in amore solidale…

Chiediamo oggi al Signore di saper tradurre la nostra fede in vita vissuta.

“Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”…

Il Signore ci chiede di essere discepoli veri e umili… non saccenti… umili… rivolti verso di lui e in comunione tra noi.
Amen