EPIFANIA DEL SIGNORE 6 Gennaio 2024

“Alzati rivestiti di luce, perché viene la
Sua luce, la gloria del Signore brilla su di te…” (Isaia)

È l’invito a rivestirci di luce… che risuona in questo giorno dell’epifania…
Lui Gesù è la luce…”io sono la luce del mondo”…
Siamo invitati a rivestirci di lui… nel Battesimo ci è stato affidato questo dono: ti sei rivestito di Cristo… questa veste bianca sia segno della tua nuova dignità…
Oggi è la vera festa della luce… l’unica capace di sconfiggere le tenebre…del nostro peccato, le tenebre del male e del Maligno…

Alcuni Magi venuti da oriente, al sorgere di quella stella/luce si misero in cammino. (Chiunque cerchi la verità…cammina verso la luce consapevole o no, cammina verso Cristo)… non solo… si misero in cammino dopo aver scrutato le S. Scritture… accolte come via alla verità.

“Entrati nella casa, prostratisi lo adorarono…”
Dopo lungo cammino entrarono non più en catalima…( nella grotta stalla) ma en tõ oicos… (nella casa)… questo ci fa ipotizzare un soggiorno stanziale prolungato della sacra famiglia…

Il bambino che incontriamo nel l’Epifania non è più l’infante…(brefos) ma l’evangelista adopera il termine (paidos) che significa fanciullo… d’altra parte la Santa Famiglia potè rientrare in Palestina solamente dopo la morte di Erode il grande avvenuta nel 4 dopo Cristo.

I Magi venuti da oriente portarono tre doni al bambino:
doni insoliti: oro, incenso e mirra: chiaro intento di voler onorare non tanto il fanciullo quanto Colui che si rendeva presente nella carne di quel fanciullo, Dio stesso… Oro a Dio… incenso al Sommo Sacerdote, l’arki-jereus… e la mirra: profezia nel segno dell’unzione pasquale. I loro doni furono una professione di fede.

Ma a parlare non furono solo i loro doni anche i loro gesti… “prostrati si lo adorarono”… i Magi ci insegnano i gesti dell’adorazione e della preghiera… proschinesi: piegamento della schiena…
adorarono: proseucomen… il verbo della preghiera… ab os = bocca…

Tra poco nella preghiera sopra le offerte diremo: “Guarda la tua Chiesa Signore che ti offre non oro, incenso e mirra ma Colui che in questi santi doni è significato immolato e ricevuto, Gesù Cristo Signore nostro.”

Un capolavoro…. che cosa la Chiesa potrà mai offrire a Dio ? Nulla può completare la perfezione e la bellezza di Dio… che cosa potrà mai gradire Dio Padre se non l’atto di amore col quale il Figlio si dona a Lui…? …è questo ciò che offre la Chiesa nel suo culto liturgico… non può fermarsi all’oro, all’incenso e alla mirra… ma non può nemmeno non adoperarli perché qui in terra non ha niente di più degno e confacente a Dio… nel significante viene comunicato il significato… il contenuto… e così impariamo che cos’è il culto… la bellezza della liturgia, l’arte è il decoro che l’accompagnano esprimono la coscienza che la Chiesa ha di trovarsi di fronte al mistero…

La bellezza, infatti, deve significare la Verità: “La povertà si ferma ai piedi dell’altare”
(San Francesco d’Assisi).
La Verità deve essere significata dalla bellezza e la bellezza è anche maestosità, è anche splendore…

…quante baggianate sono state dette sulla povertà della chiesa e quante ne continuano a dire, anche oggi…

Maria e Giuseppe cercarono per Gesù non una stalla ma una casa, un alloggio ma non vi trovarono posto… la stalla, la mangiatoia furono un luogo di fortuna.. di adattamento alla circostanza del momento… furono il meglio che in quel momento poterono offrire al bambino Gesù… e questo dunque dovrebbe essere il criterio di scelta in rapporto a Dio e al culto: il meglio che possiamo offrire… secondo le nostre possibilità e il nostro cuore…secondo la nostra coscienza di trovarci difronte a Dio…
Chiediamo oggi in dono al Signore questa coscienza… piena di amore e di riconoscenza. Amen