OMELIA II° DOMENICA DI AVVENTO B Domenica 10 Dicembre 2023

Le espressioni di affetto rivolte dal Signore al suo popolo per mezzo del profeta Isaia, nel tempo dell’esilio, oggi sono rivolte a noi attraverso il ministero della Sua Chiesa:

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati»…

Il Signore ci chiede oggi di essere, gli uni per gli altri, espressione della sua consolazione…per chi ha più motivi di angoscia e di sofferenza…per chi si sente solo o abbandonato…per chi ha perso la speranza…per chi sperimenta il peso della croce“Consolate il mio popolo”.

Come consolare ? Come essere motivo di consolazione ?…ce lo indica il Signore stesso: parlando al cuore di Gerusalemme…La parola può avere un uso terapeutico, medicinale, lenitivo…solo lo Spirito di Dio può parlare al cuore, può toccare il cuore e lo può guarire…
Abbiamo tutti bisogno di ricevere una parola di consolazione, di speranza, di affetto e di fiducia…e questa parola ci viene donata in questo tempo dell’Avvento, in questo cammino incontro al Signore… anche noi possiamo essere veicolo e strumento di questa Parola di consolazione, con la nostra umanità, con i nostri gesti, di vicinanza e di attenzione… il nostro Dio è il Dio dell’incarnazione…si dice e si manifesta attraverso forme di mediazione, vuole avere bisogno della nostra umanità per dirsi e per donarsi agli uomini e alla donne di ogni tempo.

Che cosa dobbiamo dire ? …“gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata”… Questo è l’annuncio, questo significa evangelizzazione: gridare che la tua tribolazione è compiuta e la tua colpa scontata ! Quanti pesi, quanti macigni gravano sulle coscienze individuali, quante fatiche…L’amore misericordioso di Dio è l’argine contro il quale si infrange il male del mondo e il nostro male personale…L’amore di Dio è il più potente antidoto al senso di colpa per la nostra inadeguatezza, per i nostri reiterati peccati…alla tentazione di svalutare noi stessi… si siamo argilla, fragile e debolissima ma nelle mani del vasaio, può uscirne un capolavoro…

…Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
E’ necessario gridare, annunciare anche oggi…nei modi e nelle forme possibili: preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio !

…ma gli uomini di oggi vogliono accogliere il Dio che viene ?…oggi come al tempo di Gesù… “la luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno accolta”…è il vangelo del natale…al suo interno nasconde il mistero del rifiuto di Dio… oggi come al tempo di Gesù è necessario annunciare, gridare, in mezzo al deserto, come Giovanni Battista: “Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata… “Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”…

Giovanni è il profeta dell’annuncio…la sua vita fu un’annuncio… “Preparate la via al Signore”… che significa ?… c’è un’attesa di pienezza che attende risposta in ognuno…c’è un desiderio di serenità e di pace al quale tutti aneliamo…c’è un bisogno di perdono che tutti aspettiamo… c’è un’angoscia, una paura della morte dalle quali vogliamo tutti guarire…Ecco il nostro Dio viene per questo… non per schiacciare ma per risollevare…non per condannare ma per perdonare…non per oscurare ma per illuminare e proteggere…

Signore rendi la tua Chiesa, oggi, capace di questo annuncio… rendi ciascuno di noi capaci di questo annuncio… rendici gli uni per gli altri presenza rassicurante e rasserenante…