Omelia III° Pasqua anno B 15 Aprile 2018

Facciamo fatica a credere!

A credere ad una promessa; Ad accettare qualcosa che non è mai accaduto; Ad entrare in una realtà di cui non abbiamo esperienza.

Hanno fatto fatica i discepoli di Emmaus che parlavano con un pellegrino senza riconoscere che era Gesù Risorto; ha fatto fatica Tommaso che non ha accettato dagli altri apostoli la notizia della risurrezione;

Hanno fatto fatica gli Undici quando Gesù si presentò in mezzo a loro.

Dio lo sa che facciamo fatica e ci viene incontro: spezza il pane con i discepoli ad Emmaus, fa toccare le piaghe a Tommaso, invita gli Undici a toccare mani e piedi e mangia il pesce con loro:

è andato incontro alla loro incredulità e incertezza: e a noi non viene incontro? Siamo troppo accorti per lasciarci illudere da un fantasma.

Che cosa ci resta per credere? Vogliamo visioni, miracoli …?

Ci viene rivolto un rimprovero: ‘Stolti e tardi di cuore nel credere alle  Scritture … ’: per credere occorre che la mente sia aperta a comprendere le Scritture.

“ Sono queste le parole …

“ Bisogna che si compiano le Parole scritte …

“ Così sta scritto …

Nella  2  lettura S. Giovanni ci dice: ‘ Da questo sappiamo di averlo conosciuto, se osserviamo i suoi comandamenti (le sue parole)’.  E’ vero! Chi obbedisce alle scritture, chi le osserva, CREDE ! Gesù non spezza visibilmente il pane con noi, non ci fa toccare le sue mani e i suoi piedi, non mangia il pesce alla nostra presenza, ma ci dà la sua PAROLA DA VIVERE. Se la viviamo, crediamo; se obbediamo crediamo.

PROVIAMO PER CREDERE!