Omelia V° Pasqua anno B 29 Aprile 2018

 

Saulo incontra Gesù risorto sulla via di Damasco, crede e cambia vita. Segue Gesù, non perseguita più i cristiani,  ma deve fare un altro passo: unirsi ai discepoli. Lo aiuta  Barnaba  che lo prende con sé convincendo gli altri che egli non è più il persecutore, ma un fratello; e Paolo finalmente poté  stare con loro.

Anche Giovanni nella seconda lettura dice che non basta credere, occorre stare insieme, amarci, accoglierci, stare uniti.

Tutto questo ci fa capire che la Pasqua non è solo Gesù Risorto, non è una dimostrazione che Gesù è Dio; Gesù è risorto per far risorgere, per comunicare la sua risurrezione a tutti e poter rimanere in Lui.

Con la parabola della vite e i tralci Gesù ci fa capire questo: Gesù risorge per avere la possibilità attraverso di noi, risorti con Lui,  di diffondere la vita nuova e compiere opere di Dio.

CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI PORTA MOLTON FRUTTO

Pensiamo alla vite: per quanto di buona qualità sia, se non ha i tralci, non produce uva, né tanto meno vino; Gesù, per quanto sia risorto a vita nuova, se non ha con sé cristiani risorti (la Chiesa) come può diffondere il Regno di Dio?

E i cristiani senza Cristo, che vita nuova possono vivere: il tralcio unito alla vite germoglia;  se invece è staccato diventa un bacchetto secco.

La Parola di Dio ascoltata, la Comunione di cui ci nutriamo, ci innestano in Cristo per vivere con Lui da Risorti : Amatevi, state uniti, state insieme …

Siamo tralci dell’unica vite: insieme faremo maturare frutti abbondanti e di buona qualità .