SENZA DIMORA

 

Suona il campanello.

Al videocitofono un volto trasandato non depresso, e una voce “Sono un ‘senza dimora’ ”. Scendo con una moneta.

E’ tutto bagnato, per la pioggia insistente; non fa attenzione alla moneta! Chiede una giubba e un maglione . Ci penso!  Nel mio guardaroba c’è qualcosa che fa per lui, può essere l’occasione per distaccarmi da ciò che mi è servito e che potrebbe ancora servirmi. Entro in casa; faccio partecipe don Franco: anche lui avrebbe qualcosa che risponde al bisogno. Scendo: lo invito a cambiarsi nella toilette  vicino alla porta. Tutto sembra su misura, solamente non riesce ad agganciare la cerniera della giubba. Provo a sistemargliela dall’esterno senza riuscire, allora la indosso io per chiuderla come ho sempre fatto: già essa aveva assorbito l’odore di chi da tempo non si cura della propria igiene personale.

 Lo accompagno. Aveva una bicicletta carica di un gran fagotto dietro la sella e attrezzata alla buona di tutto il necessario: la sua casa!

 Senza riguardo chiede ancora una batteria per la sua torcia elettrica che farà luce nella sua tenda. Risalgo le scale: ne avevo alcune di riserva; ritorno da lui e gliele consegno.

Indugia a partire: dove pianterà la tenda stanotte? Lo prevengo dicendogli che non è possibile dentro il chiostro del Santuario. Chiede  se c’è  qualche ostello; alla mia risposta negativa vuol sapere di un edificio fatiscente dove ha trovato rifugio qualche tempo fa vicino al ponte di Codevigo. Mi sembra di capire il luogo e lo informo che è stato recintato per sicurezza o per cantiere. Di altri posti accessibili che offrano riparo non ne conosco; interpellando qualcuno di passaggio, riferisco la presenza di un vecchio casolare vicino alla stazione ferroviaria.

  Manifesta ancora una necessità: una radiolina che gli tenga compagnia sotto la tenda. Corro su in stanza e cerco quella che mi è stata consegnata dalla parente di una sacerdote dopo la sua morte. Si assicura che funzioni; mancano anche nella radio le batterie. Ritorno in casa e prendo  le ultime batterie che speravo ancora cariche: la radio non parte con mio e suo dispiacere, comunque gliela lascio.

  Prima di partire, chiede informazioni meteo: purtroppo segnavano pioggia anche nei giorni seguenti.

 

  E’ una visita senza appuntamento, di quelle che Gesù è abituato a fare per darci l’occasione di amare. Anche stavolta Maria  ha mandato uno squillo a suo Figlio perché lo aspettava nella sua casa(santuario): ‘Vieni a casa mia che c’è Battista che ti accoglie’.

Don Giovanni Battista