LA MIA DOMENICA

Ho fatto tanto e mi sono trovato vuoto.

Al termine della giornata, da solo, mentre guardavo la TV, qualcuno ha “bussato”; qualcuno che aveva diritto di occupare il suo posto, riempiendo quel vuoto.

Mi sono fermato… la voce era insistente, mi sentivo attratto; avrei voluto correre in Santuario davanti al Tabernacolo: era già tutto chiuso, l’allarme inserito… Ho cercato di riappacificarmi con quella voce raccogliendomi, innescando un dialogo confidenziale.

Mi sembrava impossibile, dopo tante confessioni ascoltate, dopo 5 Messe celebrate con altrettante prediche, dopo la Comunione in casa di una ammalata, dopo la recita dei Salmi del Breviario e il Rosario… mi sono trovato vuoto senza uno sguardo di intesa con Lui, senza un po’ di affetto: era uno sposo sempre presente che attendeva da me attenzione.

Ed ha attirato la mia attenzione, lasciandomi inquieto.

Sembrava che dicesse:”Ho sete, dammi da bere, non di quello che hai fatto per me, ma dammi da bere di te”.

E così gradualmente mi veniva alla luce quel volto, e ci siamo parlati.

Stamani, lunedì, aprendo il Santuario, mi sono accorto che erano rimasti accesi durante la notte i fari sopra il Tabernacolo, quasi volesse dirmi: “Ti ho aspettato”.