MISTERO DEL PANE BIANCO

 

Ci stavo con gusto, senza accorgermi del tempo che passava, vestito da chierichetto, inginocchiato davanti all’Eucaristia.  Non ricordo le preghiere e il colloquio con il Mistero del Pane Bianco.

Non mi ponevo tante domande; o, meglio,  me le ero poste andando alla preparazione alla  Prima Comunione: al termine della lezione, mentre gli altri uscivano, la Suora Catechista mi prese vicino a sé e tentò di spiegarmi come Gesù è presente e vivo in quella particola, perché non riuscivo a capire.

 

E ora ,che sono consacrato per il sacerdozio, le domande ritornano, più con la meraviglia che con l’incertezza.  Ho imparato a credere alle parole di Gesù:  “Questo pane è il mio corpo offerto…”,  però mi sembra un controsenso inginocchiarmi davanti a ‘ciò che ho fatto io’ – seppur in memoria di Gesù.  Mi rendo conto sempre di più che non basta credere all’efficacia delle parole di Gesù ‘Questo è il mio Corpo’, ma devo accettare che in me è entrato con il sacerdozio Qualcosa che  mi fa compiere opere più grandi di me “Fate questo in memoria di me”. Allora sì posso inginocchiarmi di fronte a Ciò che ho fatto io;  anzi devo adorare in me  in qualsiasi momento un Presenza di Altra Natura: Dio è intervenuto e si serve di me per le sue opere, compreso il Mistero del Pane Bianco.