Gesù trova spazio tra gli uomini, accolto da una donna e da un uomo: è Dio che lo manda.
Lo spazio fisico è angusto: una stalla, rifugio di animali;
lo spazio temporale è breve: 33 anni;
lo spazio sociale: un popolo nomade.
Ma Dio non ha limiti né di spazio, né di tempo, né di modalità.
Trova spazio e rimane con noi fino alla fine del mondo;
trova spazio nel buio di un tabernacolo, in una chiesuola, in una abbazia o in una cattedrale.
Trova spazio come pane, come parola, nel dolore, nel povero, nell’amore reciproco.
Il Figlio di Dio si fa carne in un figlio di donna a Betlemme! Comincia la salvezza!
La misericordia di Dio è assicurata per tutti.
L’Incarnazione è come un fuoco artificiale: è esploso nel cielo dell’umanità
e manda scintille di vario colore componendo un caleidoscopio di figure che riempie di meraviglia.
L’Incarnazione si riverbera nell’Eucaristia, nei Sacramenti, nei poveri e sofferenti, nella Parola, nella comunità.
E’ sempre Natale!
Dio trova spazio in tutti i modi, in tutti gli angoli piccoli, bui, sporchi, anche nei salotti e nelle regie,
nei centri commerciali pieni di luci, di cristalli e di marmi a specchio, nelle prigioni e nei campi-profughi.
Dio trova spazio in tutti i tempi: in tempi di abbondanza e di crisi, in tempi di guerra, di disordini, di discordie
e in tempi di pace.
Dio non ripugna più nessuno se si lascia illuminare da questo fuoco variopinto lanciato in cielo,
da questo spettacolo che incanta. Don Battista