SIAMO FIGLI, PRIMA ANCORA CHE PECCATORI

 

Quando la nostra coscienza rileva un peccato, spontaneamente o per cattiva educazione, ci sentiamo diseredati, lontani da Dio, spogliati della nostra dignità di figli di Dio.

Questo nessuno lo ha mai detto: figli di Dio siamo e resteremo tali; e da figli, Dio continuerà a trattarci.

Io non vorrei che comprendessimo in modo sbagliato quel termine ‘peccatori’ che si dice nell’Ave Maria: ‘prega per noi peccatori’. Peccatori sì, ma figli!  Nella preghiera mariana non è evidenziato che siamo sempre figli, anche se peccatori. Io direi: “prega per noi ‘figli’ peccatori”.

D’altra parte nel Padre nostro si chiede a Dio la remissione dei debiti: ci rivolgiamo a Lui in quanto ci è Padre e ci sentiamo suoi figli; lo chiamiamo sempre Padre anche se abbiamo peccato, ci sentiamo sempre fratelli anche se può aver dominato l’egoismo.

Prima c’è l’obbedienza, poi la disobbedienza: l’obbedienza del figlio che ricambia l’amore del Padre, che  è contento del suo rapporto con il Padre, ma che riconosce la sua fragilità e la possibilità di cadere nella disobbedienza; il perdono di Dio lo chiediamo come figli.

Continuiamo a sentirci amati come figli, anche se c’è il peccato!

“Dio ci ha  amati, quando eravamo ancora peccatori”