Omelia domenica IV^ Avvento – 18 Dicembre 2016

 

Quando il cuore batte forte e vacilliamo sopraffatti dal dubbio, dalle crisi … ricorriamo a Chi può tutto, se non per risolvere immediatamente i nostri problemi, almeno perché ci dia un segno che ci rassicuri che la nostra difficoltà è presa in considerazione.

“ Dio dammi un segno che tu mi pensi, che non mi trascuri, che ti preoccupi di me e che interverrai nel momento giusto”.

Non è il caso di Acaz. Si trova sì in una situazione difficile, ma si è intestardito a risolvere a modo suo: ha deciso di rivolgersi ad una potenza militare forte. Chiedere un segno a Dio volere dire dichiararsi disposto a cambiare parere.

Anche Giuseppe ha la sua scelta importante da prendere; ha già una soluzione che gli proviene dalla legge: ripudiare in segreto la donna che egli  apprezza, stima e ama, ma che si presenta incinta, non certo da lui.  Non vuole credere alla infedeltà di Maria, ma all’evidenza dei fatti almeno gli sia lecito appellarsi alla legge. Nessuno suggerisce a Giuseppe di chiedere un segno, neppure a lui viene in mente. E’ Dio che interviene nel momento in cui l’uomo è meno consapevole, durante il sonno: parla un Angelo messaggero di Dio. E Giuseppe fece come gli era stato ordinato in sogno.

Ecco allora il nostro Natale: ripensare ai nostri progetti e, con un granellino di fede, fare ciò che ci vien detto dalla Parola di Dio.