PASSIONE – MORTE DI GESU’

 

I racconti della Passione sono un mirabile intreccio

di storia, teologia e arte.

Nessuna di queste tre dimensioni deve andare perduta.[1]

 

Storia contestata e messa in dubbio, specie negli ultimi due secoli. Anche la teologia è cambiata molto, specie la teologia crucis. E l’arte è sempre invito alla bellezza e alla contemplazione della morte?

Difficile entrare nella passione di Gesù, bisogna evitare la retorica, riuscire a cogliere la verità.

Il card. Martini diceva che è difficile entrare nella passione di Gesù perché c’è un eccesso di sofferenza umana, un eccesso di cattiveria, un eccesso di crudeltà gratuita e selvaggia, un eccesso di ingiustizia, ma anche un eccesso di amore, un eccesso di perdono, un eccesso di trascendenza.[2]

  1. Leone Magno ricorda che “tutto il mistero della passione del Signore, operato simultaneamente dalla divinità e dall’umanità, fu una dispensazione di misericordia e un rendimento di grazie, culto di pietà”. [3]

La domanda che sorge ai nostri tempi è quella della storicità degli eventi narrati[4].

Ora i racconti della passione sono molto più ampi di ogni altra narrazione evangelica.

I pochi giorni della passione sono narrati ampiamente e con dovizia di particolari. Perché questa ampiezza e questa centralità?” (Maggioni, p. 10)

 

Crediamo al mistero. Ma forse diamo per scontato che i fatti siano semplici e lineari.

Dobbiamo dare senso ai fatti per approfondire il mistero.

I racconti della passione-morte di Cristo non sono omogenei nei vangeli.

Ci sono concordanze, dissomiglianze, alcuni problemi.[5]

Accordo degli evangelisti su questi particolari:

  1. arresto in un giardino fuori Gerusalemme, dopo cena, alla sera tardi. Gv aggiunge che i soldati hanno lanterne e torce (18,3).
  2. al mattino trasferimento dal palazzo di Caifa a quello del governatore romano per essere giudicato da Ponzio Pilato per una accusa di carattere politico/religioso.
  3. durante l’interrogatorio Pilato solleva la questione della amnistia pasquale.
  4. Pilato condanna a morte Gesù e fa scrivere una iscrizione attestante che Gesù è stato crocifisso come re dei Giudei.
  5. I vestiti di Gesù vengono suddivisi tra i membri della squadra incaricata dell’esecuzione, secondo Gv si tratterebbe di 4 soldati (19,23).
  6. Gesù muore in croce.
  7. Fu subito sepolto in una tomba scavata nella roccia la cui entrata fu chiusa da una grossa pietra ruotante.

Disaccordi tra gli evangelisti:

  1. la data dell’ultima cena, dell’arresto e della crocifissione di Gesù: 14 di  Nisan per Giovanni, 15 di Nisan per i sinottici.
  2. il motivo per cui i discepoli lasciarono solo Gesù: perché fuggirono secondo i sinottici, perché furono lasciati andare secondo Giovanni.
  3. sviluppo e caratteristiche degli eventi nel corso della notte successiva all’arresto: Gesù condotto da Caifa e giudicato per una accusa di carattere religioso, bestemmia (Matteo e Marco, con scenario ritoccato in Luca), oppure interrogato prima dall’ex sommo sacerdote Anna e poi mandato da Caifa senza processo o condanna religiosa (Giovanni). Importante anche la questione della competenza del tribunale (Giovanni).
  4. Identità delle persone presso la croce: donne della Galilea (sinottici), oppure la madre di Gesù e il discepolo prediletto insieme alle donne della Galilea (Giovanni).
  5. Identità degli uomini che seppellirono Gesù: Giuseppe d’Arimatea, secondo i sinottici, oppure Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo (Giovanni).

 

Osservazioni:

  1. composizione del gruppo che procede all’arresto di Gesù. Guardie giudaiche, del tempio, o soldati romani? I sinottici è chiaro che parlano di guardie inviate dalle autorità sacerdotali. Giovanni parla invece di un gruppo che potrebbe essere scambiato per un corpo di soldati romani accompagnato da soldati ebrei. Questa teoria è stata avanzata da vari autori, specie di origine anglosassone, ma è difficile da sostenere, confrontando con il linguaggio usato da Giuseppe Flavio nelle sue antichità giudaiche e guerra giudaica.
  2. Amnistia pasquale: non si ha traccia di amnistie simili fuori dei vangeli. Si trattava di una pratica romana (Lc 23,17) o di un’usanza giudaica (Gv 18,39)? La persona era scelta dal governatore o dal popolo? La storicità dell’amnistia appare improbabile e discutibile. Molta gente attorno al palazzo del governatore potrebbe essere spiegata con l’attesa di un rilascio di prigionieri.
  3. Suddivisione delle vesti di Gesù: possibile, le tuniche della Galilea erano famose ma ci poteva ancora essere qualcosa che meritava di essere salvato dopo il trattamento cui era stato sottoposto Gesù? Attenzione al salmo 22,18: si divisero le mie vesti ? o fine qualità del tessuto: erano famosi per questo i tessitori della Galilea.[6]  Ambrogio legge e interpreta simbolicamente il fatto delle vesti: ogni evangelista cita una veste diversa, e allora dice: “quanta gente Cristo ha rivestito con i suoi abiti, non soltanto i quattro soldati, ma tutti, e tutti abbondantemente….Le vesti divise sono dunque o le azioni di Cristo o la sua grazia: la tunica, cioè la fede, non ha potuto essere divisa, perché essa non appartiene solo a qualcuno, ma di diritto appartiene a tutti; e ciò che non viene diviso in parti, resta integro”[7]
  4. Enfasi sulla morte in croce, specie in Giovanni, forse per contestare i dubbi sulla risurrezione? La scomparsa del corpo di Gesù avrebbe potuto essere spiegata anche in altro modo, ad es. morte presunta? Sono stati raccontati casi di crocifissi che si sono poi ripresi (Giuseppe Flavio).

 

Particolarità in Luca

  1. l’esame di Gesù da parte di Erode Antipa (23, 6-12): cortesia diplomatica o tentativo di scaricare responsabilità? Ma difficile collocarlo per il silenzio degli altri evangelisti, e comunque non ci sarebbe stato il tempo sufficiente se non in Gv, che però non ne parla.
  2. I briganti crocifissi: in Mt e Mc si fanno beffe di Gesù, in Lc invece uno diventa attento e credente.
  3. Le ultime parole di Gesù: il salmo 22 in Mc e Mt, in Lc invece c’è: nelle tue mani affido il mio spirito.
  4. Nel giardino del Getsemani Lc blocca l’apostolo che brandisce una spada e guarisce miracolosamente il servo del sommo sacerdote.
  5. In Mc alcune donne seguono da lontano l’agonia di Gesù, in Lc ci sono tutti i conoscenti oltre alle donne che lo avevano seguito dalla Galilea.

 

In definitiva, cosa è successo negli ultimi giorni di Gesù?

 

  1. Gesù consuma la cena la sera della vigilia di Pesah, che diviene l’ultima cena.
  2. Viene arrestato da un gruppo di guardie inviate dai capi dei sacerdoti e guidata da Giuda.
  3. Condotto da Anna, e poi inviato da questi a Caifa, che lo trattiene tutta notte.
  4. Il mattino di venerdì, vigilia della Pasqua, il sinedrio tiene una riunione e decide di inviare Gesù davanti a Pilato e di accusarlo di sedizione, accusa antiromana.
  5. Pilato ascolta ma tenta di risolvere tramite l’amnistia pasquale, diventata tradizionale. La folla già in attesa di rilascio di un prigioniero, si esprime per Barabba.
  6. Gesù è condannato a morte da Pilato e i sacerdoti lasciano la scena per celebrare la pasqua.
  7. Come preliminare alla crocifissione, Gesù è flagellato. Viene anche schernito e percosso dai soldati romani.

8.Simone costretto ad aiutare Gesù a portare la croce fino al Golgota

  1. Gesù crocifisso a mezzogiorno, vigilia di Pesah.
  2. Fu sentito gridare, in aramaico, Elì, Elì lemma sabactani, morì alle tre del pm quello stesso giorno, presenti un piccolo gruppo di donne venute dalla Galilea. Non presenti gli apostoli.
  3. Con il permesso di Pilato, Giuseppe d’Arimatea, forse con Nicodemo, depone il corpo di Gesù in una tomba nuova, scavata nella roccia, poco prima dell’inizio della festa di Pesah e di Shabbah, il sabato 15 nisan.

 

C’è anche chi arriva a dire la data esatta della morte di Gesù: venerdì 7 aprile del 30 d.C. Se la morte di Gesù è avvenuta nel 30 d. C., il 15 di Nisan cadde di sabato, l’8 aprile, e Gesù venne crocifisso la vigilia, e perciò il 7 aprile.

Lc 22, 39-46

Mentre i racconti di Mc e Mt sono simili e quasi sovrapponibili, quello di Lc è diverso, più breve e diverso nella impostazione, nel vocabolario e nella impostazione teologica. Ha attinto a una fonte diversa? Tesi di V. Taylor [8].

Non dice il nome del luogo, ma semplicemente “Il monte degli ulivi”, non ricorda la duplice separazione dei discepoli, non descrive direttamente l’angoscia di Gesù, tralascia “la mia anima è triste da morire”. Non c’è il triplice andare-venire di Gesù. I discepoli sono rimproverati una sola volta, la preghiera è detta una sola volta. Ignora il detto: “lo spirito è pronto ma la carne è debole”. Non conclude il racconto dicendo che l’ora è giunta e il traditore vicino. Ma aggiunge altro: Gesù va al monte degli ulivi “come era sua abitudine”; se i discepoli si addormentano è “per la tristezza”, cerca di scusarli, stanno comunque seguendo Gesù, e lo seguiranno fino al martirio, anche se dopo un tradimento.

Sottolinea la necessità della preghiera per superare la prova (o tentazione) “Pregate per non soccombere nella prova”, all’inizio e alla fine, come cornice al quadro rappresentato da Gesù. Ma riguarda o riguarderà anche i discepoli.

Mt e Mc descrivono prima l’angoscia e la tristezza di Gesù e poi la preghiera, Lc fa il contrario e presenta Gesù che chiede, ma chiede soprattutto la forza per superare la prova: il Padre non allontana il calice, ma invia un angelo a confortare Gesù.

Per descrivere lo stato d’animo di Gesù non ricorre alle parole della tradizione di Mc e Mt (sbigottimento, angoscia, tristezza), ma usa una parola mutuato dal linguaggio sportivo: agonia = la tensione dell’atleta nell’imminenza della gara o poco prima del traguardo quando raccoglie tutte le ultime forze.

Non più quindi un uomo impietrito (Mc) o prostrato (Mt), ma proteso verso il traguardo, anche se non mancano apprensione, sforzo, sofferenza. Il sudore di sangue non sgorga per la paura, ma per lo sforzo.

 

Conclusione

 

ricordiamoci che parliamo di un mistero:

  • Mistero da affrontare esclusivamente con gli occhi e l’intelligenza della fede, con la consapevolezza che si tratta del cuore dell’annuncio cristiano e del fondamento della speranza umana.
  • Mistero da affrontare con la meditazione e la preghiera.
  • Mistero da affrontare con la certezza che si tratta anche della nostra risurrezione e di quella di tutta la chiesa, così come “sappiamo che la tua passione, Gesù, deve compiersi in noi, nella chiesa tuo corpo” (Turoldo).

 

Per Luca la passione è innanzitutto l’ora della tentazione che assale Gesù, assale i discepoli e quindi anche la chiesa.

Per Luca l’ora della passione è anche “il tempo fissato” (Lc 4,13), in cui il diavolo sarebbe tornato da lui per tentarlo.

oltre al tema della tentazione e della preghiera per combatterla e vincerla, possiamo scorgere un accento particolare posto sul perdono che Gesù sa dare anche in quest’ora, l’ora dei suoi nemici, l’ora che egli stesso definisce come quella delle tenebre:

“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

“In verità ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”

[1] B.Maggioni, I racconti evangelici della Passione, Cittadella, Assisi 1994.

[2] C.M.Martini, Le tenebre e la luce,  Piemme, Casale Monferrato 2007, p. 69-71.

[3] Leone Magno, Esposizioni sui Salmi/I, Sul salmo 21, par. n. 2, Città Nuova, p. 287

[4] Corrado Augias e Mauro Pesce, Inchiesta su Gesù, Mondadori, Milano 2006;   V. Loupan- Alain Noel,  Inchiesta sulla morte di Gesù, S. Paolo, Cinisello Balsamo 2007;  V. Messori , Patì sotto Ponzio Pilato?, Sei Frontiere, Torino 1992; F. Bosin-Carmelo Dotolo (a cura di) Patì sotto Ponzio Pilato… EDB, Bologna 2007. Per una risposta al libro di Augias-Pesce suggerisco: P. Ciavarella-V. Bernardi, Risposta a Inchiesta su Gesù, ed. GBU, Firenze 2007.

[5] G. Vermes, La passione, Queriniana, Brescia  2007.

[6] Cf. Loupan-Noel, o.c. p. 336.

[7] Sant’ Ambrogio, in La passione di Gesù Cristo, a cura del Monastero di Pralormo (TO),  Paoline 2007, p. 373.

[8] V. Taylor, The passion narrative of St Luke, Cambridge 1971.