BENEDETTO

Non ci va di pensare a quello di Norcia; adesso Benedetto è lui, il Vescovo di Roma che lascia la cattedra di Pietro.

“Sono pervenuto alla certezza…”: è un atto di fede, è una intesa fra Benedetto e Dio, è Benedetto che ha colto nelle circostanze ciò che Dio vuole; è un riconoscere la verità sulla propria vita, è un

“consegnarsi al giudizio di Dio e degli uomini nella verità che rende liberi” , è l’abbandono a Cristo che guida la sua barca(edit.Avvenire27.02.2013).

“Sono pervenuto alla certezza…” è “un rimando al primo sì dato al Maestro di Galilea” al quale è sempre stato fedele e che sempre vuole mantenere, è “ memoria di un incontro”, di una chiamata che Gesù ha rivolto a Joseph e di una scelta che il discepolo ha riconosciuto e alla quale ha corrisposto.

 

“Sono un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore” è il segno di un rapporto profondo di amicizia e confidenza con Gesù: con quest’animo Benedetto prendeva dalle mani di Dio il gravoso compito che gli era chiesto come un servizio di amore (Città nuova 25.02.2013).

 

Ora non possiamo che “apprezzare il coraggio profetico di un vecchio Papa che ha trasformato il tempo di una rinuncia, dolorosa e sofferta, in un potente grido di futuro, carico di responsabilità e impegno per tutta la Chiesa”( edit.Avvenire 27.02.2013) Lo stupore che proviamo si apre alla gratitudine per l’umiltà e il coraggio di un atto di amore che farà storia.