L’INTRECCIO DI FEDI (Borca di Cadore)

Sono all’inizio di un viaggio per raggiungere Borca di Cadore, il luogo del Convegno. I preparativi, un po’ ansiosi, sono conclusi; ho trovato la possibilità di salire in auto di un amico, accettando un po’ di ritardo per un suo impegno fuori città che comportava anche una deviazione nel percorso. Mi faccio accompagnare da una terza persona nel luogo dove sosta la macchina. Caricati i bagagli, nella manovra per uscire dal parcheggio l’auto urta con la ruota contro l’angolo tagliente del profilato del marciapiede. Inutile raccontare la concitazione dopo aver constatata la foratura della gomma: chi cerca gli attrezzi, chi cerca aiuti esterni, chi dà i suggerimenti del caso, nel buio occorre la torcia elettrica in mancanza della quale ci si serve dei telefonini, il carrozziere lì vicino è chiuso per la domenica…per fortuna non piove!  Provvidenza vuole che tra i soccorritori volontari occasionali ci fosse chi conosceva personalmente il carrozziere…; si imbullona la ruota di scorta e si parte, con tutta la prudenza che richiede il caso, specialmente in autostrada.

A tarda serata siamo nelle vicinanze del luogo del Convegno; ci fermiamo in una pizzeria per rifocillarci. Prendiamo posto: viene preso nota di ciò che abbiamo scelto dal menù. Nell’attesa vado ai servizi; in un tavolo un gruppo di ragazze e giovani, sette in tutto, aveva appena terminato di cenare, e, vedendomi passare, uno di loro, in tono un po’ sbarazzino e provocatorio, accortosi che sono prete mi ha salutato con un solenne ‘Sia lodato Gesù Cristo’. Accetto il saluto e con un sorriso benevolo e accogliente rispondo  ‘Sempre, e dopo ancora!.   Vista la mia disponibilità, l’amico aggancia subito e manifesta una sua sensibilità convinta per la Chiesa dei poveri.  Condivido, ma non mi soffermo.

Mentre mi lavo le mani, ho una intuizione: ‘Bisogna cominciare dal basso per arrivare in alto’ facendo riferimento alla povertà evangelica che porta alla beatitudine.

Rientro in sala e rivedo la compagnia con il mio amico: forse aveva esagerato nel bere, ma non tanto da perdere il controllo di se stesso; lo avvicino battendogli confidenzialmente il braccio e attirando la sua attenzione.  “Sai – gli ho detto – bisogna cominciare dal basso per arrivare in alto. Hai ragione!”.

Lui si è sentito un po’ in casa ed ha cominciato a parlare di sé: era un allievo del collegio, che ci ospitava per il Convegno, ed era orientato al sacerdozio. Poi le cose sono cambiate ed ha preso un’altra strada senza perdere la sensibilità e il desiderio di trovare la verità. Faceva continuamente riferimento a S.Francesco, al Cardinal Ersilio Tonini, a Davide Maria Turoldo, accennava anche alla teoria e alla prassi comunista…e poi…Pàpa Francesco per il quale nutriva una grande ammirazione.

Ho sottolineato anch’io “Pàpa Francesco!…è meraviglioso!”

Sono tornato al tavolo, dove c’erano gli altri quattro sacerdoti, tre dei quali hanno viaggiato in un’altra auto, attendendo di essere serviti.  Mentre iniziamo la cena, si avvicina l’amico che aveva preso confidenza.  “Sa che lei mi è simpatico” dice rivolto a me, e ricomincia a parlare  anche con gli altri di sé e delle sue preferenze, contestando un po’ la Chiesa; parla delle sue letture, in particolare del Card.Tonini, di cui ha un libro con sé. Torna al suo tavolo, e poi ritorna da noi estraendo contento dalla cintola sotto il maglione il libro di Tonini e ripetendo la sua soddisfazione per avermi incontrato. Quasi a sigillo del nostro incontro chiede il mio nome.  Mi era venuto un gran desiderio di abbracciarlo…!

 

In quel momento la mia fede, troppo sicura ma non ancora tanto genuina, si è intrecciata con la sua, più cruda, se volete,  e  un po’ inebriata,  ma più semplice e spontanea.

Dio mi ha condotto da lui,  e lui da me. Il Signore si mette sempre in mezzo!