Omelia 8^ t.o. A 26.02.2017

 

Il  benessere è un sogno o una dipendenza?

Sembrerebbe un ideale da raggiungere: poter disporre di denaro, maneggiarlo e sentirsi liberi di procurarsi il fabbisogno e il superfluo. Ma il benessere richiede anche sicurezza per il presente e per il futuro: è necessario avere una riserva e difenderla. Il beneficio del possesso diventa allora assillo, preoccupazione e ciò che poteva dare serenità si trasforma in inquietudine.

Ecco allora l’esortazione di Gesù: Non preoccupatevi! Siate come gli uccelli del cielo,  come i gigli del campo; il Padre vostro celeste li fa crescere, li nutre … E’ Lui che ha creato gli uccelli, l’erba, i gigli … è Lui che provvede il nutrimento. Il nostro Creatore non è così  avventato da dare l’esistenza senza offrire i mezzi  per mantenerla. Dio non abbandona, non si dimentica, non trascura l’umanità lasciandola a se stessa; Dio crea ed ha cura delle proprie creature; Dio sa che ci siamo, perché ci ha creati Lui. Dio è Padre che crea, dà la vita; ma è anche madre premurosa che si occupa delle proprie creature.

La Provvidenza di Dio però non giustifica l’inerzia, l’ignavia … dà  solo serenità,  fiducia e garanzia per ciascuno di non essere abbandonato a se stesso. La Provvidenza di Dio va unita alla fatica dell’uomo: ‘aiutati che il ciel ti aiuta’ ; e va unita anche alla collaborazione tra le persone: ognuna deve essere espressione della Provvidenza per l’altro.

 

Sogniamo pure il benessere, quello che avevamo una decina d’anni fa, e quello che speriamo di riavere, ma non vogliamo esserne dipendenti:  è Dio che provvede e ci permette di essere liberi.