Omelia anno B – 18 t.o. 06.08.2018

La Parola di Dio ci mette di fronte due realtà:

il pane

il credere

  • Pane vuol dire sostentamento, salute, lavoro, casa, risparmio, assicurazione, benessere, conforto;
  • Credere che vuol dire aderire a Dio, lasciarsi calamitare da Dio., fidarsi di Dio che ci ama.

Il desiderio di pane non ha bisogno di ragionamenti, né di sforzi di volontà; quando un bambino ha fame piange, quando manca il necessario si bussa a qualsiasi porta senza vergogna. Si è disposti anche a rinunciare alla libertà come  gli Israeliti nel deserto. (I^ lett)

 Credere invece non è così immediato, non è una necessità che urge, che ci fa prendere decisioni irragionevoli; credere richiede di trasferire il nostro intervento, la nostra volontà ad un altro, lasciare che l’Altro decida per noi, consapevoli che non è una rinuncia a nostro danno o un abbandono al caso, ma è sostituire l’amore a se stessi con l’amore ben più grande di Dio per noi. E’ fidarsi di Dio, lasciar fare a Lui, alla sua Provvidenza. Credere vuol dire impostare la nostra vita su ciò che è veramente necessario: il nostro pane, il nostro cibo è il Signore Gesù, la sua Parola.

“In verità vi dico  … il Padre mio vi dà il pane … quello vero.  Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo

IO SONO IL PANE DELLA VITA “.

E ALLORA CI DOMANDIAMO:  Siamo più preoccupati del pane o della fede?

Le nostre attenzioni sono più per risolverei problemi quotidiani o per aderire a Cristo?