Omelia anno B – 19 t.o. 12.08.2018

E’ consolante quando qualcuno ti rivolge l’attenzione: un amico che ti cerca, un fidanzato che ti sogna, una moglie che ti aspetta.

Il profeta Elia si trova in circostanze che richiedono l’ attenzione di qualcuno : è perseguitato dal re Acab, deve fuggire nel deserto, è esasperato e desidera finire la sua vita. Ma Dio ha in mente qualcosa per lui, è attento alla sua situazione, si preoccupa di lui e gli invia l’angelo procurandogli pane ed acqua per il cammino che ancora lo aspetta. Elia non è abbandonato a se stesso, c’è qualcuno che lo segue e lo aspetta sul monte per affidargli una missione.

Adesso non c’è più Elia. Siamo noi che abbiamo bisogno dell’attenzione di Dio. Il Padre ci attira , ci da’ la forza per il cammino offrendoci un altro pane. Il nostro cammino è la vita che tante volte assomiglia ad una fuga: fuggiamo dai dolori, dai problemi, dai dubbi …

Ma Dio continua ad avere attenzione su di noi e ci tira fuori dai nostri smarrimenti indicandoci la direzione giusta per la nostra vita, affidandoci un compito. Come Elia fuggiasco anche noi sentiamo venir meno la forza della fede, perdiamo il senso della vita. Dio non ci abbandona ‘Prendi e mangia’: può essere il pane della Parola, può essere la presenza di una persona amica (l’angelo), può essere l’Eucaristia, può essere un’intuizione; è sempre Dio che ci incoraggia a continuare.

Non dobbiamo perdere l’appetito: Io sono il pane … se uno mangia vivrà! E’ il pane del cammino, ma è anche il pane del banchetto della vita che ci aspetta.