Domenica III° dopo Pasqua 5 maggio 2019

Gv 21,1-19

 

Il testo è la seconda conclusione del Vangelo, dopo quello letto domenica scorsa.

Perché un prolungamento, una aggiunta?

Non si può rispondere con sicurezza, possiamo fare solo delle ipotesi.

L’interpretazione più comune è che l’autore o i redattori successivi abbiano pensato che mancasse qualcosa alla conclusione precedente. Soprattutto il discorso di ricupero di Simone dopo il tradimento. Il IV Vangelo non poteva terminare senza risolvere il problema di Pietro.

Quali elementi sono stati aggiunti per concludere il vangelo?

Il capitolo inizia con una apparizione un po’ diversa dalle altre narrate precedentemente:

Gesù appare a un gruppo che non è il gruppo pieno dei discepoli, degli apostoli.

Ne vengono nominati 5 e due restano nell’anonimato: un gruppo ristretto.

Chi sono?

Si tratta di personaggi che più o meno tutti hanno tradito o non creduto alla risurrezione, si tratta di persone deluse, che fanno fatica a credere o addirittura non credono.

Rappresentano la comunità cristiana di sempre, che fatica a credere.

DENTRO IL GRUPPO C’è PIETRO, che prende l’iniziativa, vado a pescare, dice.

Vuole tornare alla vita di prima, precedente l’esperienza vissuta con Gesù.

Un ritorno al passato?

Gli altri dicono: veniamo anche noi con te.

Delusi da Gesù Cristo, ritornano alla vita precedente.

Questa è una interpretazione.

Un’altra potrebbe essere:

Pietro pensa di la sua autorità sia sufficiente e autonoma per poter guidare la nuova comunità.

Vuole fare senza Gesù Cristo. Vogliono essere pescatori di uomini senza la presenza di Cristo.

Ma non presero nulla….

Non è possibile essere pescatori di uomini senza la presenza diretta di Gesù.

Gesù è presente, sulla riva, ma non lo riconoscono subito.

Hanno vissuto con lui, ma non riconoscono il risorto.

Sono necessari segni particolari per il riconoscimento.

“Gettate la rete…”

La pesca deve essere fatta sulla parola di Gesù, non su quella di Pietro.

Solo la pesca miracolosa rivela il risorto.

E’ sempre un altro che dice a Pietro : è il Signore! Come quando Andrea disse a Pietro: abbiamo incontrato il Signore, il Messia.

Caratteristica di Pietro in questo testo: è un ascoltatore della comunità.

La pesca miracolosa: 153 grossi pesci.

Significato: s. Girolamo = tutti i tipi conosciuti a quel tempo = tutta l’umanità. Sono state fatte tante interpretazioni, ma quella di Girolamo sembra la più coerente.

Una rete che non si spezza: s. Agostino = una chiesa unita, non scossa da scismi.

Cosa significa per noi?

La comunità senza Cristo non ha significato, è una comunità di delusi.

La comunità sostenuta, nutrita da Gesù è quella che può dare frutti.

E’ indispensabile riconoscere il Cristo risorto presente dentro la Chiesa: è lui che ci prepara il cibo, che ci nutre, che ci dice cosa fare, non siamo noi a decidere.

Noi dobbiamo essere ascoltatori della Parola, e riconoscere i segni della sua presenza nella comunità cristiana.

Eventuali fallimenti sono da ascriversi alla voglia di fare da soli.

Ed eccoci al racconto che è la vera motivazione dell’aggiunta di questo capitolo 21: la posizione di Pietro dopo il tradimento.

Il ricupero di Pietro da parte di Gesù rivela anche un certo dualismo tra lui e Giovanni, due modi di essere discepoli.

Una “santa concorrenza”, non una concorrenza di gelosia, perché i due discepoli sono diversi e il loro rispettivo rapporto con Gesù è diverso.

Finito di mangiare, Gesù inizia un dialogo con Simon Pietro:

“Simone, figlio di Giovanni, mi ami (verbo agapáo) tu più di queste cose?”.

Gli rispose: “Sì, Signore, tu lo sai che ti voglio bene (verbo philéo)”.

Gli disse: “Sii il pastore dei miei agnellini”.

Gli disse di nuovo, per la seconda volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami (verbo agapáo)?”.

Gli rispose: “Sì, Signore, tu lo sai che ti voglio bene (verbo philéo)”.

Gli disse: “Sii il pastore dei miei agnellini”.

Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene (verbo philéo)?”.

Pietro si rattristò che perla terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene (verbo philéo)?”,

e gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene (verbo philéo)”.

Gli rispose Gesù: “Sii il pastore dei miei agnellini”.

 

il gioco dei verbi greci. La terza volta Gesù non chiede più a Pietro: “Mi ami?” (verbo agapáo), ma, come aveva risposto Pietro per due volte, gli chiede: “Mi vuoi bene?” (verbo philéo). A Gesù basta l’amore umano di Pietro,  è lui che si abbassa al livello di Pietro.

Pietro deve imparare ad amare Gesù in modo nuovo.

  1. Cristiano